Lenovo Phab 2 PRO è il primo phablet al mondo ad essere compatibile con Project Tango, il progetto di Google votato all’ottenimento del massimo dalla realtà virtuale. Divertente ed utile sotto alcuni aspetti, decisamente difficile da utilizzare nel quotidiano.
La confezione di Phab 2 PRO è simile a quella di molti smartphone, plastica gommata come materiale principale. A colpire, sono le dimensioni. Questa scatola è lunga almeno 30 cm! All’interno, oltre all’imponente phablet, c’è un caricabatterie da parete con uscita 2A, un cavetto microUSB per la ricarica della batteria, gli auricolari in-ear targati JBL, la graffetta per il carrellino della nano SIM e la manualistica di base.
Lenovo Phab 2 PRO è grande, forse troppo nel complesso. Posseggo un phablet con uguali dimensioni di schermo (6,44″), ma qui siamo davanti ad un device che è “tanto” in tutto. Pesante (258 grammi), di generose dimensioni (88,57×179,83×0,8 mm) e con un rapporto schermo/cornice che non è dei migliori. Tradotto: ingombrante.
Il materiale utilizzato per l’assemblaggio della scocca e delle cornici laterali è l’alluminio, spazzolato. Scivola, quando lo prendete in mano scivola tanto. In più, sul posteriore ci sono una serie di camere e sensori lungo la metà del pannello: fotocamera principale, doppio flash LED, seconda camera e sensore infrarossi, fotocamera per Project Tango e lettore d’impronte digitali. Quest’ultimo è messo in una posizione difficilmente raggiungibile tenendo il phablet con una sola mano. Insomma, se doveste scegliere questo device tenete presente che l’ergonomia non è un suo punto di forza.
Lenovo Phab 2 PRO vanta un bel display da 6,44″ e risoluzione 2K. Si tratta di un IPS assertivo, che dovrebbe essere in grado di gestire bene la luminosità in qualsiasi condizione. In effetti è quasi così, ne perde un po’ all’esterno. Non solo la risoluzione, ma tutto lo schermo offrono un’interessante esperienza d’uso. Anche i colori possono essere regolati a piacimento oppure lasciati standard. La regolazione automatica dell luminostià è leggermente lenta, ma fa il suo lavoro. A proteggere lo schermo c’è un bel vetro 2,5D mediamente oleofobico.
Leno Phab 2 PRO ha un equipaggiamento hardware da medio di gamma di alta fascia:
Tutto il comparto hardware è ottimizzato al meglio per interagire con i sensori di Project Tango. Non solo, anche la ROM è perfettamente ottimizzata con le componenti del phablet. Una versione di Android Marshmallow quasi pura, come piace a Lenovo. Preinstallato ho trovato solo Netflix, AccuWeather e McAfee Security. Il sistema scorre fluido e posso confermare di non aver mai avuto crash o blocchi. Frequenti anche gli aggiornamenti, in meno di 15 giorni ne ho ricevuti 2.
La GPU si comporta bene, sia in fase di gaming che durante l’utilizzo delle diverse applicazioni dedicate a Project Tango.
La batteria da 4050 mAh delude un po’, ma non è “colpa” direttamente sua. Deve alimentare un display da circa 6,5″ con risoluzione QuadHD, è normale che più di 3 o 4 ore di schermo non si possano pretendere. Ovviamente, questi sono risultati ottenuti senza alcuna forma di risparmio energetico attivo. Presente Doze ed il classico risparmio stock di Google.
Il celeberrimo progetto di Google, che mira ad ottenere il massimo dalla realtà virtuale, è finalmente sbarcato su un phablet distribuito fra il pubblico. Anche Zenfone A/R lo supporta, ma per ora non è in commercio.
Project Tango si propone di far percepire al terminale in modo preciso l’ambiente
che lo circonda e tutte le sue dimensioni. In questo modo, la realtà virtuale prende un altro significato. Non si limita ad “aggiungere elementi” a quanto ripreso dalla videocamera, come fa già Sony da diversi anni. La realtà virtuale si amalgama con l’ambiente in modo “consapevole”.Per essere il primo dispositivo, Lenovo Phab 2 PRO si comporta piuttosto bene. Funzionano egregiamente tutti i giochini che posizionano personaggi all’interno dell’ambiente e sono attendibili le misurazioni prese con il terminale. C’è molto lavoro da fare per le applicazioni di arredamento, sistemare mobili ed elettrodomestici non è per niente intuitivo e preciso.
I sensori coinvolti da Project Tango, come accennato, sono posizionati sul back panel:
La navigazione Web si fa con Google Chrome e scorre fluida. La digitazione invece prevede una scelta fra la tastiera di Google, che non so per quale bug è impostata su Italiano mi continua a correggere come se la lingua fosse l’inglese, oppure Swift Key. Il touch buono, l’avrei preferito leggermente più sensibile, ma nulla di preoccupante.
Oltre ad i sensori dedicati a Project Tango, su questo Lenovo Phab 2 PRO ci sono:
Per quanto riguarda la connettività, a livello di rete è presente l’LTE. Buona la ricezione i generale, in linea con gli altri smartphone in mio possesso. Non manca il Wifi dual band, il Bluetooth 4.0 ed il GPS (con A-GPS).
La fotocamera principale da 16MP garantisce scatti sufficienti con le adeguate condizioni di luminosità. La messa a fuoco è piuttosto rapida. Ovviamente, non è un camera phone, ma ci saremmo aspettati qualcosina in più. I video possono essere girati con massima risoluzione Full HD e godono di un buon audio, grazie alla presenza di ben 3 microfoni. La qualità invece lascia decisamente a desiderare.
La camera frontale da 8MP, come dichiarato sul sito Web, dispone di pixel più grandi in grado di far penetrare più luce. Complice l’apertura f2.2. Buoni i selfie, anche qui importante che la luce sia giusta.
Il software delle fotocamere è semplicissimo ed offre poche personalizzazioni, del resto Lenovo si batte da sempre per “l’essenziale ben fatto”. Effettivamente è così.
L’audio del phablet è abbastanza altro grazie al doppio speaker audio ed alla Dolby Atmos® e Dolby Audio™ Capture 5.1. L’unico appunto lo farei al volume della suoneria, sarebbe stato meglio “cloccarlo” su valori più bassi. Questo risulta praticamente sempre sovraesposto, mentre quando si ascolta musica o si guarda un film non ci sono problemi. Se non vi va di smanettare con le impostazioni è meglio disattivare le opzioni audio supplementari.
Lenovo Phab 2 PRO non potrei mai sceglierlo come dispositivo perché è enorme. Per quanto io ami i device con grossi schermi, qui c’è da scendere troppo a compromessi con peso e dimensioni. Impossibile tenerlo con una sola mano e, soprattutto, non è stato pensato per quello se non in fase di digitazione di PIN e numeri di telefono. Solo in questa occasione è infatti possibile ottenere un tastierino ridotto. Per il resto, decisamente promosso sotto quasi tutti i fronti:
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