Non è un mistero che, al di là delle previsioni degli scorsi anni, il mercato dei wereable stenti a decollare. Questi dispositivi non sono evidentemente riusciti a fare quel salto di qualità, soprattutto da un punto di vista funzionale, che gli consentisse di diffondersi a livello di smartphone e tablet, ed oggi scopriamo addirittura che, nel 2016, hanno di fatto perso anche quella piccola quota mercato che avevano conquistato.
In tal senso, ci viene in aiuto la ricerca di mercato realizzata da Kantar, azienda leader nella realizzazione di report di questo genere. Scopriamo dunque che, in Europa, solo il 9,2% dei possessori di smartphone utilizza un wereable, e di questi solo il 3,8% sono smartwatch (con una netta preferenza per gli activity tracker).
Questi dati sono aggiornati a dicembre 2016, per cui si tratta di una fotografia del mercato wereable assolutamente attuale. Viene dunque confermata una tendenza che, di fatto, era già emersa in alcune precedenti ricerche di mercato. In generale i wereable non convincono, ma gli smartwatch convincono ancora meno.
Del resto, gli “orologi smart” mostrano, ancora oggi, degli evidenti limiti che le aziende dovrebbero cercare di risolvere nel più breve tempo possibile. Basti pensare all’autonomia, una criticità che, di fatto, si era palesata fin dalle prime generazioni di smartwatch (pensiamo, ad esempio, al primo Moto 360).
Sarà dunque molto interessante verificare cosa accadrà nel 2017. In tal senso, il Mobile World Congress potrà fornici delle indicazioni molto interessanti sulla direzione che verrà presa dai wereable in termini prettamente tecnologici. Staremo a vedere, ma prepariamoci comunque ad una piccola “rivoluzione”.