Eccoci tornati con la nostra rubrica del lunedì, “L’economia del mercato smartphone”, con la quale cerchiamo di farvi comprendere meglio i trend dominanti di questo settore. Dopo aver analizzato nel dettaglio la situazione di Huawei, Samsung ed Oppo, questa volta ci concentriamo su HTC, una sorta di “gigante dai piedi d’argilla”.
Stiamo infatti parlando di un’azienda che per prima ha creduto in Android, lanciando nell’ormai lontano 2008 HTC Dream, il primissimo smartphone commerciale con a bordo il robottino verde. Da quel momento, l’azienda taiwanese ha vissuto anni da assoluta protagonista, riuscendo persino, in alcuni trimestri, a superare la quota mercato Apple negli U.S.A., la patria del colosso di Cupertino.
Questi risultati sono stati raggiunti grazie ad un eccellente divisione “ricerca e sviluppo” che, negli anni, è riuscita a raggiungere una serie di importanti primati: è stata introdotta la prima penna smart “attiva” con HTC Flyer (che di fatto ha ispirato la serie Note di Samsung), è stato lanciato il primo smartphone da 4.7 pollici (che all’epoca sembrava enorme, e stiamo parlando di HTC Sensation XL), è stato lanciato il primo phablet da 6 pollici (HTC One Max), che ha di fatto introdotto il posizionamento sul retro del sensore di impronte digitali, divenuto oggi un vero must-have.
In tutto questo, come non citare l’interfaccia Sense, da sempre una delle più apprezzate del panorama Android, vero punto di forza dei dispositivi HTC. Tra l’altro, occorre anche ricordare che, con il lancio della famiglia Sensation, l’azienda taiwanese era persino arrivata a possedere le quote di maggioranza di Beats Audio, oggi di proprietà Apple. Questo per sottolineare la forza economica di HTC in quegli anni.
Insomma, a cavallo tra il 2011 ed il 2012, è arrivata ad essere il terzo produttore mondiale di smartphone, toccando una quota mercato globale quasi dell’11%. Tutto questo fino all’avvento dell’HTC One X, top gamma dell’azienda taiwanese per il 2012, che di fatto ha segnato per l’azienda l’inizio della fine.
Il dispositivo in questione ha infatti convinto poco, soprattutto a causa dei problemi di ottimizzazione della tristemente nota CPU Tegra 3 di Nvidia. Contemporaneamente, Samsung ha vissuto una vera consacrazione con il Galaxy S3 ed il Note 2, ed a quel punto HTC non ha più recuperato terreno.
Il resto, è storia recente. L’azienda taiwanese ha poi completamente rinnovato i propri top gamma con HTC One M7, uno dei migliori dispositivi Android mai prodotti, ma che di fatto ha venduto al di sotto delle aspettative. Contemporaneamente, è stata ceduta Beats Audio per fare cassa ed oggi, esattamente a distanza di 6 anni da quella quota mercato dell’11%, HTC 10 ha raggiunto a stento il milione di unità vendute.
Questa è oggi l’azienda taiwanese, un gigante dai piedi d’argilla.