Alcuni dipendenti di Facebook, capitanati da Regina Dugan, hanno creato un’iniziativa per sensibilizzare l’attenzione sul decreto anti-immigrazione del neo-eletto Presidente Trump. Non è la prima volta che iniziative del genere vengono promosse per catalizzare i media e i politici su temi sensibili, ma questa volta l’obbiettivo è davvero ambizioso.
Regina Dugan è il vice presidente della sezione ingegneria di Facebook, un dirigente che nella sua carriera si è trovata ad operare con centinaia di colleghi e collaboratori. Una buona parte di quei collaboratori provengono proprio da quei paesi che l’amministrazione Trump ha deciso di bandire dal suolo americano: rifugiati politici, persone normali alla ricerca di una nuova vita negli Stati Uniti o familiari che si ricongiungono ai cari che già vivono in America.
Con un decreto reso attivo da pochi giorni, si vieta espressamente l’imbarco di cittadini provenienti da 7 paesi a maggioranza musulmana. Un provvedimento anti-immigrazione che riguarda anche tantissimi lavoratori provvisti di visto H-1B, utilizzato per permettere a laureati specialisti stranieri di lavorare in America. Molti di questi lavoratori si concentrano nella Silicon Valley in California, per ovvi motivi, e circa 15.000 di questi lavorano per Facebook.
Last Sunday, I felt heartbroken. And I decided that I had to do something. Before I knew it, a small rag tag team of…
Posted by Regina Dugan on Friday, 3 February 2017
“Domenica scorsa mi si è spezzato il cuore” ha scritto la Dugan in un post su Facebook in merito all’ordine di Trump, “ E ho deciso che dovevo fare qualcosa. Prima che me ne rendessi conto, un piccolo gruppo di cittadini programmatori è stato formato. Un designer ha creato un logo. Abbiamo inserito delle parole, fatto i turni, incoraggiato gli uni gli altri durante le notti senza sonno. Due giorni dopo, nofly90.com era nato.”
Nofly90: un sito ed un hashtag per boicottare i voli e costringere ad un cambiamento di rotta politico
Come si può leggere sul sito all’indirizzo nofly90.com, le modalità per far sentire la propria voce ci sono. “Ogni giorno 2 milioni di persone viaggiano negli Stati Uniti: se una persona ogni dieci boicottasse i voli aerei per 90 giorni, sarebbe una dichiarazione da 5 miliardi di dollari.”
Come si può facilmente immaginare, la cifra è lontana dalla realtà, ma ci dà una buona prospettiva sull’effettivo potere che hanno i cittadini. Gli interessi economici sono di gran lunga la migliore arma che il popolo può puntare contro i propri ministranti: portare un mancato indotto di così ragguardevoli dimensioni alle aziende di tutto il paese non può essere ignorato.
Facebook ha però precisato che l’azione intrapresa sulla campagna #nofly90 è totalmente indipendente dalla compagnia. Mark Zuckemberg, CEO dell’azienda, è stato il primo a schierarsi contro il decreto anti-immigrazione di Trump, seguito da una lunga schiera di CEO della Silicon Valley. Proprio nella giornata di Sabato è arrivata la notizia che un giudice federale ha sospeso temporaneamente il decreto per presunta anti-costituzionalità.