Dopo essere stato annunciato lo scorso anno, Facebook ha finalmente reso disponibile all’uso l’utile tool Community Help, uno strumento pensato per entrare in contatto con le vittime di disastri, ambientali e non, in modo da poter fornire in tempi brevi aiuto e supporto. Da oggi la funzione è attiva negli Stati Uniti e in Canada, India, Arabia Saudita, Nuova Zelanda ed Australia ma sarà presto esteso a tutti i Paesi.
Una volta attivato il Safety Check dunque, il tool Comunity Help consentirà a chiunque si trovi in difficoltà a causa di un terremoto, uno tsunami o qualsiasi altro tipo di calamità naturale o meno, che si trovi in condizione di difficoltà e in bisogno quindi di aiuti immediati, di mettersi in contatto con tutti coloro nelle vicinanze che possano e vogliano fornire aiuti come generi di prima necessità quali cibo, trasporti, alloggi o altre forme di assistenza.
Il Safety Check, introdotto nel 2014 per la prima volta, si evolve diventando un utile strumento in grado di fornire aiuto concreto alla comunità. La nuova piattaforma farà la sua comparsa nella home e tramite notifica una volta che il safety check sarà entrato automaticamente in funzione e mostrerà sia agli amici di Facebook che a tutte le persone nelle vicinanze una serie di messaggi relativi a persone e luoghi colpiti da eventi spiacevoli che si troveranno in situazione di bisogno. La sezione si dividerà in due aree “Offro aiuto” e “Cerco aiuto” che daranno accesso ad una pagina ulteriore nella quale selezionare la tipologia di aiuto di cui si ha bisogno o che si può offrire. Le tipologie spazieranno dalla provvigione di cibo e acqua, alla messa a disposizione di posti letto, vestiti e e oggettistica generale. Una buona mossa da parte di Facebook
anche se comunque è difficile credere che immediatamente dopo una catastrofe ci possano essere utenti che pensino ad usare il Community Help dell’azienda di Menlo Park. Sicuramente lo strumento si rivelerà più utile in seconda battuta, ossia a disastro passato nel momento di tirare le somme e ripartire. Speriamo solo di non doverlo mai vedere in azione.