Twitter tra i social ora presenti sul mercato è quello che se la cava peggio. Gli ultimi due anni hanno fatto registrare un netto cambio nelle gerarchie web. Lo spostamento verso piattaforme sviluppate sulla condivisione delle foto – si veda dapprima Snapchat e poi l’evoluzione di Instagram – ha portato un servizio come Twitter ad affrontare un cambiamento che ancora non è stato concepito dagli utenti.
In molti dicono che si passata la moda della comunicazione in 140 caratteri. I numeri confermano che sempre meno persone twittano in giro per il mondo. Negli ultimi mesi del 2016 gli utenti attivi sono diminuiti in una percentuale che va dal 5% al 7%. Altrettante note negative arrivano dalla voce ricavi e perdite: se i primi aumentano del solo 1%, le perdite trimestrali aumentano sempre più.
Al social non è servita nemmeno la spinta propulsiva delle scorse elezioni americane e del successivo periodo di insediamento di Trump. Per quanto emblematico, viste le posizioni diverse rispetto al fondatore di Twitter, è stato proprio il neo presidente americano un catalizzatore per il social. Il suo super attivismo, soprattutto nei mesi di campagna elettorale, ha portato molte volte alla ribalta la piattaforma.
Le sole azioni e le sole dichiarazioni di Trump però non sono sufficienti per risolevvare le sorti di Twitter. Il capo in pectore, Jack Dorsey, per ora minimizza: “Gli occhi del mondo sono su di noi ed anche se non riusciamo a centrare tutti gli obiettivi premessi, una cosa resta certa: rispetto ai rivali, la nostra influenza sugli affari del mondo è ancora elevata”. La realtà pare essere assai diversa