Come tutti ben sanno, Android è il sistema operativo mobile più diffuso al mondo ed il suo “nucleo” si basa quasi interamente sul kernel Linux. In molti, però, non conoscono la vera funzione di questa componente importantissima dell’OS. Proprio per questa ragione, cercheremo, nel nostro approfondimento settimanale, di risolvere e fare luce una volta per tutte sulla vicenda.
È risaputo che il robottino verde (soprattutto se lo si rapporta alla concorrenza) offre un ampio grado di personalizzazione all’utente. Questo è possibile grazie ad un sistema operativo completamente open source (“sorgente aperta”), vale a dire un software di cui i detentori dei diritti rendono pubblico il codice sorgente, favorendone lo studio, la modifica e l’aggiunta di nuove funzionalità.
Con il progresso tecnologico e l’aumento del numero di utenti sempre più consapevoli delle potenzialità della tecnologia, il fenomeno del modding è in forte aumento negli ultimi anni. Tra di essi, molti adorano modificare il kernel del proprio dispositivo, con la convinzione di poter apportare qualche miglioria significativa.
Il kernel o “nucleo” in italiano è una parte essenziale di un sistema operativo, il vero “nocciolo/centro” dello stesso. In particolare, il kernel ha il compito di gestire tutte le risorse del dispositivo (smartphone, tablet, PC o qualsiasi altro apparecchio elettronico), attraverso una comunicazione hardware/software. Volendo esemplificare, possiamo dire che è il kernel a decidere di cambiare la frequenza di un processore, a seconda del livello di batteria a disposizione dell’utente; allocare applicativi all’interno della memoria RAM; o perfino per donare l’impulso necessario per scattare una fotografia con la propria camera.
Online sono presenti centinaia e centinaia di kernel modificati da gruppi di sviluppatori indipendenti, alcuni dei quali molto validi e che permetteranno effettivamente al nostro smartphone di “tornare a vita nuova”.
Ma perché modificare il proprio kernel? Per un motivo ben semplice: sperare in una miglioria delle prestazioni complessive, specialmente per i device più datati. Molto spesso, infatti, la modifica del kernel permette di migliorare le performance e migliorare l’autonomia, grazie ad una migliore ottimizzazione hardware/software. In alcuni casi, infine, è perfino possibile aggiungere o sbloccare delle particolari funzionalità, come ad esempio undercloccare/overcloccare la frequenza della CPU, abilitare la ricarica veloce, introdurre l’OTG o aumentare la risoluzione nella registrazione dei nostri video.
Modificare il nucleo del proprio device non è cosa complicata, tuttavia, vi invitiamo a prestare particolare attenzione perché il rischio di brick è sempre dietro l’angolo. Innanzitutto occorre aver ottenuto i permessi di root; in secondo luogo è necessario aver installato una recovery personalizzata come TWRP o CWM. Infine, sarà sufficiente scaricare un applicativo gratuito presente sul Google Play Store, chiamato “Kernel Auditor“. Prima di procedere, infine, vi consigliamo di effettuare un backup di tutti i vostri dati, per metterli al sicuro in caso di eventuali problematiche riscontrate.
Bene, non ci resta che “smanettare” un po’ e settare al meglio tutti i parametri, al fine di ottenere le migliori performance da ogni nostro dispositivo. Per ulteriori informazioni e novità sul mondo Android e su quello tecnologico in generale, continua a seguirci su TecnoAndroid.it!