Al peggio non c’è mai fine, dopo le numerose denunce pervenute a Facebook nelle scorse settimane a causa di gruppi che perpetravano messaggi e comportamenti incitanti al sessismo e all’odio in generale, un nuovo capitolo di questa triste vicenda ha toccato uno dei simboli di questo Paese. L’atleta paralimpica Bebe Vio, oro nel fioretto a Rio 2016, si è vista, ahinoi, protagonista di una triste vicenda che ha riguardato proprio uno dei suddetti gruppi di Facebook.
Alcuni utenti del social network di Menlo Park, ancora ignoti, avevano deciso bene di creare una pagina Facebook in cui incitavano assieme ad un nutrito gruppo di altri utenti, alla violenza sessuale verso la paratleta. La pagina, che è stata prontamente rimossa, è stata segnalata dal Codacons che ha inoltre sporto denuncia verso il social di Mark Zuckerberg all’Autorità Giudiziaria. Il Codacons, inoltre, ha dichiarato in una nota, di aver ricevuto moltissime segnalazioni inviate da altri utenti di Facabook che si erano visti negare le richieste di chiusura del gruppo inviate al social network tramite il form automatico di report. Lo stesso Codacons, dopo aver ricevuto queste segnalazioni, ha chiesto alle Procure di Venezia e Roma, alla polizia postale e all’autorità per le comunicazioni di accertare le identità dei responsabili e di verificare se queste azioni deplorevoli possano costituire illecito civile, amministrativo o penale al fine di poter adottare le giuste sanzioni.
L’atleta azzurra ha dichiarato di aver preso visione di questa pagina Facebook e di essere, ovviamente, “amareggiata e delusa perché da anni lotto per gli altri e per le cause in cui credo e trovo sbagliato che mi trattino così”.
“Apprendo con sgomento la notizia delle minacce che, secondo il Codacons, sarebbero state rivolte all’atleta paralimpica Bebe Vio attraverso il social network Facebook. Si tratta di un fatto gravissimo e preoccupante. Mi auguro solo che le autorità competenti facciano chiarezza sull’accaduto e individuino al più presto i responsabili di questo gesto ignobile e profondamente disgustoso” – ha dichiarato Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico – “È inaccettabile che la rete venga utilizzata per disseminare odio e violenza e per alimentare questa barbarie. Voglio esprimere a Bebe la mia vicinanza e quella del Comitato Italiano Paralimpico”