La scatola di Cubot V2 è semplicissima. All’interno unicamente il dispositivo ed un piccolo cavetto microUSB per la ricarica dell’activity tracker.
Il touch and feel iniziale è un po’ deludente. Silicone di media fattura per il cinturino e plastica (opaca sotto e lucida sopra) per la capsula. Inoltre, i ganci in plastica che connettono il cinturino al tracker sono posizionati in modo da rendere la parte superiore piuttosto rigida. Ovviamente, in caso di rottura dovrete cambiare tutto l’activity tracker. La chiusura tramite bottoncino in metallo è parecchio solida.
Display OLED da 0,88″ si sviluppa orizzontalmente ed è sensibile alla pressione. Con degli swipe è possibile monitorare quanti passi abbiamo fatto, la distanza coperta, le calorie bruciate e la nostra frequenza cardiaca. Nella parte posteriore della capsula, infatti, c’è un cardiofrequenzimetro che consente misurazione continue oppure su richiesta. Grande neo la visibilità del display sotto luce diretta del sole, praticamente impossibile leggere quello che c’è scritto.
L’accelerometro a tre assi è il secondo sensore dello smartband ed è responsabile della rilevazione del movimento. Nei limiti di un prodotto economico, è piuttosto preciso. Tramite il Bluetooth, potrete collegare Cubot V2 allo smartphone sul quale è necessario scaricare l’apposita applicazione. Quest’ultima è sufficientemente ben fatta, ma pecca in alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto, l’assenza di invio cloud dei dati non garantisce la salvaguardia delle informazioni, come accade con l’app MiFit di Xiaomi. Inoltre, pur essendo Cubot V2 dotato di memoria degli ultimi 30 giorni di attività, cambiando terminale ho notato che solo le misurazioni relative al mese in corso erano presenti.
Oltre a gestire le informazioni raccolte con lo smartband
, tramite l’applicazione dedicata a Cubot V2 potrete anche impostare la ricezione di notifiche (soltanto chiamate, SMS e WeChat), tuttavia non sarà possibile leggerne il contenuto. Inoltre, è possibile anche attivare i promemoria anti “sedentarietà” e la sveglia.Fra le altre funzionalità non manca il controllo del sonno e la possibilità di affiancare il GPS del terminale all’activity tracker per aumentare la precisione delle misurazioni.
La batteria integrata da 80 mAh mi ha permesso di coprire circa 3-4 giorni con non più di 3 sincronizzazioni al giorno e circa 2 lasciandolo sempre attaccato in Bluetooth al terminale (tranne nelle ore notturne). L’autonomia mi è sembrata un po’ esigua, tuttavia confrontandomi con un amico che lo possiede ho appurato che il suo garantisce performance migliori. Ovviamente, attivando la misurazione continua del battito cardiaco la situazione peggiora drasticamente. La possibilità di ricaricarlo con un qualsiasi cavetto microUSB (in circa un’oretta con caricatore da 1A) è un vantaggio indiscutibile rispetto agli smartband con caricatore proprietario.
La certificazione IP65 garantisci protezione da polvere e schizzi d’acqua accidentali, il dispositivo non è quindi impermeabile ed é sconsigliabile utilizzarlo per sport acquatici o indossarlo mentre ci si fa la doccia.
Per 20€ (circa) vale certamente la pena provare questo activity tracker. Il paragone con Xiaomi MiBand 2 non può tuttavia essere evitato. In questi termini, vince sicuramente lo smartband del gigante cinese. Costruito meglio a livello estetico, dotato di stoccaggio cloud dei dati, con un display orientato verso l’utente e non in orizzontale ed in grado di offrire circa 20 giorni di autonomia energetica. Personalmente, dopo aver testato Cubot V2, ho acquistato un nuovo cinturino per il mio Xiaomi MiBand 2!