L’Università di Aveiro, che comprende uno dei centri IT più prestigiosi, in collaborazione con la Japan Exploration Agency (JAXA), ha deciso di integrare una nuova tecnologia sulle proprie navi Aveiro. “Il primo sistema sviluppato è un sensore di temperatura alimentato da energia senza fili e comunica con o senza batteria perfettamente“, ha spiegato Lusa Ricardo Correia, del gruppo di ricerca, riferendosi al sensore sviluppato in collaborazione con JAXA.
L’agenzia vuole utilizzare questo nuovo sensore per sbarazzarsi di centinaia di chili di cavi per la trasmissione dati che esistono all’interno dei veicoli spaziali e ridurre il peso degli altri carichi. Un secondo sensore, ancora in fase di sviluppo, ha già ottenuto una velocità di trasmissione dati che raggiunge un gigabyte al secondo.
“Questo secondo prototipo è una parte di raccolta di energia. Cioè, è in grado di dare una certa energia, ma ancora non riesce ad alimentare tutti i trattamenti che non hanno bisogno delle batterie. Ciò di cui abbiamo bisogno è migliorare questa parte per ottenere degli standard di qualità“, ha spiegato ancora Correia.
Il “segreto” dei sensori senza batteria, nati per rivoluzionare l’Internet delle Cose, è l’uso di onde radio, una fonte inesauribile di energia, attraverso il retro-mirroring, che consente una frequenza per trasmettere i dati e l’altra per la ricezione di energia, che viene emesso da un trasmettitore. “Da quando abbiamo dimostrato che siamo in grado di raggiungere un gigabyte al secondo e il trasferimento di molte più informazioni, si prevede che nel breve termine si possa sostituire la comunicazione Bluetooth su brevi distanze tra i dispositivi“.
Il progetto, diretto dal ricercatore IT Nuno Borges Carvalho, è stato avviato tre anni fa con l’obiettivo di sviluppare sensori con alte velocità di trasmissione da utilizzare nell’Internet delle Cose, concentrandosi sul modo in cui ottenere un funzionamento senza l’uso di batterie e trasformando le onde radio in energia.
L’obiettivo odierno è quello di collegare tramite sensori elettrodomestici e trasporti, abbigliamento e tutto ciò che la fantasia consente. Si stima che il numero di tali sensori possa raggiungere i 30 miliardi nel 2020. Un numero che indica, almeno quanto a batterie, quello che rappresenta in termini di costi energetici, inquinamento ambientale. Inoltre, ciò limiterà l’incorporamento dei sensori sugli oggetti in modo che la sostituzione della batteria possa essere fatta regolarmente.
E’ quindi comprensibile che l’obiettivo finale del lavoro sia quello di ottenere un sensore con una velocità di trasmissione nell’ordine dei gigabit che, tramite il trasferimento di energia senza fili, non ha bisogno della batteria. Un obiettivo che si ritiene possa essere raggiunto in un “futuro prossimo”.