I genitori non riescono a non farlo: spiare lo smartphone dei propri giovani figli sembra un atto dovuto per essere sicuri che il mondo del Web non li attanagli. L’aspetto morale non può però essere sottovalutato. È moralmente giustificabile un’azione di questo genere?
L’arrivo di Internet sui dispositivi mobili ha rivoluzionato completamente il nostro modo di comunicare. Nemmeno i più giovani ne sono esenti. Sempre più bambini e giovanissimi ricevono lo smartphone in un momento della loro vita probabilmente sbagliato. Ragionare sulla questione non è tuttavia semplice: ci possono essere buone motivazioni, per le quali consegnare un cellulare ad un figlio può essere fondamentale. La rintracciabilità in qualsiasi momento, ad esempio.
Ovviamente, con lo smartphone si possono fare molte più azioni della mera telefonata. L’utilizzo dei social in primis. I più giovani però non godono della stessa esperienza degli adulti. Di conseguenza, ritrovarsi in situazioni pericolose può essere molto semplice.
Decidere se è corretto oppure no, spiare i propri ragazzi e le loro attività online, non è semplice. Da un lato c’è la sicurezza, dall’altro la totale invasione della loro privacy. Secondo una recente indagine, circa il 43% dei genitori ha ammesso di aver spiato il device dei propri figli minori di 18 anni.
Farlo non sembra essere difficile, anzi. Ci sono aziende specializzate, che permettono di introdurre applicazioni invisibili sullo smartphone dello spiato. Da quel momento in poi, è possibile accedere a tutti i dati fra i quali la posizione GPS, i contatti, i messaggi e tutte le attività sui social. Un’azienda leader in questo settore è SpyMaster PRO, che permette addirittura di usufruire di abbonamenti mensili ad-hoc al fine di utilizzare il servizio. Secondo loro, ed in alcuni casi forse anche secondo noi, non si tratta di spiare per il gusto di farlo. Semplicemente, ci si comporta da genitori attenti. Di disgrazie dovute al bullismo online si legge quasi quotidianamente. L’intervento tempestivo potrebbe essere risolutivo.