Probabilmente tutti conosciamo la “formula magica” Ctrl + Alt + Canc che, su ogni computer, è in grado di risolvere (quasi) ogni problema. Chiunque, infatti, è passato – almeno una volta – attraverso un episodio che lo ha costretto a ricorrere alla famosa, drastica soluzione. Quella, insomma, con la quale è possibile sbloccare il computer quando questo non risponde ai comandi.
Se ve lo state chiedendo, probabilmente non tutti sanno che tutto è iniziato nel 1981, quando David Bradley fu invitato da IBM per sviluppare una gamma di personal computer per competere con Apple e RadioShack. Durante il processo di sviluppo di questo computer, spesso i programmatori, lavorando su foglio bianco – cioè senza base – finirono per dover spegnere e riavviare il sistema quando si trovava un errore. Il problema, in origine, era che ogni volta che il computer veniva riavviato, tornava all’inizio, azzerando qualsiasi procedura precedente. Finendo, di fatto, per perdere diversi minuti e ricaricare la memoria.
Bradley, stanco per la perdita di tempo che richiedeva questo processo, si propose di sviluppare un modo per riavviare il sistema, senza dover passare attraverso questo processo, lungo e piuttosto lento. E, così, creò un comando specifico per permettergli proprio questo. “In pochi giorni, siamo stati costretti ad andare di nuovo all’inizio del processo ogni cinque minuti per capire il problema“, racconta Bradley.
Ma perché la scelta di questi tasti specifici? Secondo l’esperto, questo è stato il modo più semplice per trovare le chiavi del problema, impedendo così che l’utente premesse involontariamente qualche danno e arrecasse qualche altro danno. Ma la verità è che questa funzione in background non sarebbe dovuta essere disponibile agli utenti.
Tuttavia, è stato nel 1990 che questo comando è diventato veramente popolare. Con il rilascio di Windows e con la comparsa del Blue Screen of Death (la schermata blu della morte, come venne conosciuta), questa formula magica si diffuse di bocca in bocca tra amici e utenti, fino a guadagnare uno status all’interno della cultura popolare tecnologica.