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Recensione Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands

Disponibile su PC, PS4 e Xbox One.

Con Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands, Ubisoft ha voluto dare una scossa alla celebre serie di videogiochi action-stealth creando un’avventura intrigante immersa in un mondo di gioco gigantesco e ricco di cose da fare. L’operazione Kingslayer è cominciata: agenti, benvenuti in Bolivia!

Il mondo di gioco è vasto e ricco di cose da fare.

La prima cosa che colpisce di questo Ghost Recon è l’impostazione che la software house ha scelto per la trama del gioco. Attraverso dei filmati registrati con l’impronta del briefing – decisamente ben riusciti ed appassionati, ndr – ci vengono illustrati i maggiori target della nostra operazione. L’obiettivo finale è chiaro fin da subito: smantellare il cartello Santa Blanca che, negli ultimi anni, ha monopolizzato la produzione ed il commercio della cocaina in Bolivia corrompendo la politica e sterminando senza pietà le organizzazioni rivali in affari ed i ribelli boliviani. Di pari passo alle riunioni pre-operazione, il cartello ci viene raccontato dallo stesso Boss dei Boss ovvero El Sueno che, con l’indimenticabile voce di Luca Ward, ci descrive minuziosamente la sua ascesa al potere ed i ruoli svolti dai suoi più fedeli collaboratori. Già perché, prima di arrivare a lui, dovremo colpire pesantemente il cartello e i rispettivi capi in almeno due dei quattro settori, a nostra scelta, in cui è suddiviso: Sicurezza, Produzione, Influenza e Contrabbando. La scalata è quindi ripida e ricca di insidie; per ogni settore è infatti necessario sconfiggere 4-5 boss minori per poi sbloccare il capo di riferimento ed infine il responsabile di quel settore. Il totale dei boss da affrontare nel gioco è di 26, sparsi all’interno di ben ventuno regioni diverse.

La sensazione di essere davvero un membro delle forze speciali in missione è data anche dall’ottima caratterizzazione di El Sueno, un uomo spietato, pragmatico e perverso che ci darà del filo da torcere nel corso della nostra permanenza in Bolivia. La maggior parte del lavoro in termini di immersività tuttavia è svolta dal mondo di gioco stesso, tanto grande quanto ben caratterizzato, variegato e vibrante. Ad ogni regione corrispondono luoghi diversi, vegetazione e condizioni meteorologiche differenti. Ad arricchire poi tutta questa bellezza per gli occhi, ci pensa il ciclo notte-giorno e le varie condizioni del meteo che talvolta danno vita a dei veri e propri spettacoli di lampi, tuoni e pioggia intensa. Anche per quanto concerne il comparto grafico Ghost Recon si attesta sulla buona media dell’ultime produzioni AAA uscite sul mercato: un plauso alle cutscene che, animazioni del nostro protagonista a parte, sono davvero piacevoli da vedere e hanno un taglio che potremmo definire quasi cinematografico. Più che buoni i modelli 3D delle armi e ben organizzati i menù di gioco quali Mappa, Dotazione e Abilità che ci consentono di pianificare le nostre missioni, fare spostamenti rapidi, gestire tutta la nostra dotazione da missione e progredire nei vari skills tree.

I narcos impareranno a temervi!

Al fine di sbloccare nuovi componenti, armi o abilità il gioco ci obbliga a girovagare per le regioni e gli avamposti: in particolare, ogni tanto vi imbatterete in qualche nemico che potrete interrogare per scoprire la posizione dei punti abilità, delle medaglie militari o di nuove quest secondarie. Con i primi potrete acquistare nuove skills che vanno da miglioramenti generici riguardanti la mira o la resistenza alla fatica, a potenziamenti per i gadget come il drone o a potenziamenti per i nostri compagni (nel caso si giochi in single player e quindi accompagnati da 3 personaggi controllati dal computer). Le medaglie del Santa Blanca

invece saranno di volta in volta differenti e sbloccheranno un’abilità specifica che potrete, da quel momento, acquistare con i punti abilità. Le quest secondarie invece permetteranno di migliorare il vostro rapporto con i ribelli boliviani, garantendovi così il loro supporto in battaglia oppure vi faranno ottenere risorse, anch’esse fondamentali per sbloccare nuovi potenziamenti. Come l’abbiamo imparata a conoscere in alcuni capitoli precedenti della serie Ghost Recon, anche in Wildlands la personalizzazione delle armi passa attraverso la scenografica modalità Gunsmith nella quale l’arma viene smontata ed è possibile riverniciarla oppure modificarla in ogni sua parte. In ogni caso, nonostante le molteplici possibilità che il gioco ci offre, col passare delle ore capirete che il gameplay premia in assoluto la silenziosità pertanto, vi ritroverete ad usare una classica automatica o semiautomatica con silenziatore oppure un fucile di precisione per abbattere al meglio i nemici ed evitare che questi suonino l’allarme – comunque disattivabile – o che chiamino rinforzi. Situazione che è meglio evitare soprattuto quando avrete a che fare con l’Unidad, segnalata in viola anziché in rosso, ovvero le forze speciali militari boliviane, decisamente più ostiche e ben attrezzate.

Ma non è tutto oro quel che luccica: se infatti da un lato non possiamo che elogiare la qualità nel riprodurre gadget, armi e più in generale gli scontri a fuoco, dall’altra non possiamo che denotare come siano stati trascurati praticamente tutti i sistemi di guida possibili nel titolo. Che si tratti di auto, corazzati, elicotteri, barche o motociclette, il risultato che ne deriva non può che farvi storcere il naso. La guida è imprecisa, la fisica dei mezzi di trasporto pressoché trascurata e la telecamera non propriamente efficace. Insomma, impiegherete un po’ di tempo per prendere confidenza con questo bizzarro sistema di guida per poi capire che il mezzo più conveniente per spostarsi è l’elicottero, più veloce e un po’ meno frustrante.

Ogni regione ha il suo stile.

Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands è un titolo davvero interessante e intrigante che per prima cosa ci catapulta in un territorio ostile, ben caratterizzato ma comunque sempre credibile e potenzialmente reale. Il mondo di gioco è enorme e più che mai variegato, le cose da fare sono molte e la storia che ci viene raccontata è in grado di catturarci fin da subito, riuscendo in dei punti anche a sorprendere con qualche colpo di scena o evento completamente inatteso. Che lo giochiate in single player o in cooperativa fino a 4 giocatori, senza dubbio vi divertirete e vi appassionerete nella lotta al Santa Blanca.

[Abbiamo giocato a Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands grazie ad un codice redeem inviatoci da Ubisoft per PlayStation 4. La versione digitale che abbiamo scaricato ha un peso di circa 45 GigaByte. Abbiamo completato la questline principale in circa 30 ore, dedicandoci anche ad attività secondarie e all’accrescimento dell’albero delle abilità. Nonostante questo, il gioco ha ancora moltissime missioni di trama e secondarie da offrire e eventi o luoghi da scoprire all’interno dello sconfinato mondo di gioco.]

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Pubblicato da
Tommaso Stio