Continua a non funzionare qualcosa nel meccanismo delle dirette di Facebook, sempre più scene dell’orrore in mano a folli criminali vogliosi di mostrare alla più ampia platea possibile la loro pazzia. Dopo l’episodio del giorno di Pasqua a Cleveland in cui un uomo ha sparato ad un anziano signore, nelle scorse ore in Thailandia è avvenuto qualcosa di ancora più crudo e di ancora più macabro.
Un uomo di giovane età, Wuttisan Wongtalay, si è mostrato in diretta da un casolare abbandonato nella cittadina di Phuket ad un pubblico numerosissimo mentre impiccava sua figlia di appena undici mesi. Successivamente dopo l’efferato crimine ha deciso di togliersi la vita. Alla base di tutto, secondo gli inquirenti, ci sarebbero motivi di gelosia tra l’uomo e sua moglie nonché madre della vittima infante.
Il mondo web si è subito scandalizzato perché il video è rimasto sulle pagine di Facebook per oltre 24 ore, prima di essere ufficialmente cancellato dal social. Addirittura questa volta le immagini sono rimbalzate anche su YouTube, con l’attenuante però che il portale ha impiegato appena 15 minuti per eliminare ogni contenuto.
“E’ un clamoroso incidente e siamo vicini alla famiglia. Su Facebook non c’è spazio per contenuti del genere”, ha commentato un portavoce del social da Singapore. Peccato, però, che in appena dieci giorni questo sia il secondo caso agghiacciante che vede coinvolto il servizio di Mark Zuckerberg.
La verità attuale è che Facebook ancora non ha le armi utili per arginare derive del genere. Le promesse sventolate ai quattro venti il 18 Aprile (due giorni dopo l’omicidio di Cleveland) restano solo tali e le dirette continuano ad essere un territorio troppo vasto per essere controllato (ed in alcuni casi, censurato) in toto. Un problema con cui si avrà a che fare probabilmente per lungo tempo.