Non è la prima volta che sentiamo parlare del, comprensibilissimo, odio atavico di Google per le cosiddette ‘fake news‘ dai contenuti fuorvianti o addirittura violenti ed offensivi. L’azienda di Redmond sta portando avanti la sua lotta senza quartiere ormai da qualche mese e oggi annuncia un cambiamento strutturale molto importante a livello globale.
Difatti, l’algoritmo che regola il funzionamento del più noto motore di ricerca del web è stato modificato al fine di tutelare i contenuti legali prodotti da fonti autorevoli e declassare le notizie che contengono foto e testi inappropriati. L’obiettivo è ovviamente quello di annientare alla base la diffusione di fake news che veicolino contenuti fuorvianti e messaggi d’odio e, a tal fine, il coinvolgimento degli utenti sarà una parte fondamentale del processo. I feedback forniti dai lettori che si imbatteranno in ‘notizie’ di questo genere andranno a modificare il contenuto del completamento automatico delle ricerche, spesso sotto accusa per aver veicolato suggerimenti razzisti o sessisti, e lo snippet, ossia quei frammenti di testo utili per il posizionamento nel motore di ricerca. L’invito di Google è dunque quello di segnalare, per quanto possibile, i testi dei suggerimenti e degli snippet che propongono un contenuto violenti, offensivo, esplicito o falso.
Le novità non finiscono qui, il cambiamento dell’algoritmo di Google andrà a a modificare anche i criteri che portano una determinata pagina o una determinata news a posizionarsi più in alto o più in basso di un’altra. Ora i fattori che determinano questa sorta di ‘classifica’ sono diventati centinaia e tutti equamente bilanciati. Anche prima l’algoritmo faceva sostanzialmente la stessa cosa ma i fattori sono aumentati e, soprattutto, l’autorevolezza di una fonte conterà molto di più che in passato. In questo modo i contenuti di bassa qualità si vedranno retrocessi in modo tale da tamponarne la diffusione evitando così che qualche credulone possa credere a notizie palesemente false.
L’obiettivo di Google è quello di limitare i contenuti offensivi o gravemente fuorvianti allo 0.25% del totale dei contenuti, una percentuale sì molto bassa ma che comunque raggiungerebbe un numero importante di internauti. Non possiamo che sperare dunque che Google raggiunga presto il suo obiettivo e che magari riesca addirittura a raggiungere lo 0%.