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Pokémon GO: blogger russo arrestato e condannato a 3 anni per aver giocato in Chiesa

Se fino ad oggi pensavate che giocare a Pokémon GO fosse un gesto innocente, da oggi dovrete ricredervi

Un blogger e Youtuber russo è stato arrestato e condannato a 3 anni per aver giocato a Pokémon GO in una Chiesa, lanciando pesanti commenti contro l’istituzione religiosa. L’arresto risale allo scorso Agosto, ma solo ora arriva la sentenza dopo il giudizio della corte.

Ecco la ricostruzione dell’accaduto: il 22enne Ruslan Sokolovsky ha pubblicato, lo scorso Agosto, un video sul suo canale YouTube in cui si è registrato mentre catturava Pokémon su Pokémon GO, all’interno della Chiesa di Yekaterinburg. Un passatempo innocente che sicuramente molti di voi hanno provato, ma che in un modo o nell’altro ha provocato molti grattacapi. Spesso infatti i Pokémon più preziosi vengono introdotti nel mondo virtuali in prossimità di punti di interesse particolari, di solito proprietà pubbliche, ma anche privati sono stati vittime di continui pellegrinaggi da parte dei collezionisti di mostri virtuali.

Il video postato da Ruslan Sokolovsky però conteneva anche alcuni commenti fuori luogo e parole forti rivolte alla religione Cristiana, culminando con lo YouTuber che all’interno della Chiesa di Yekaterinburg paragona Gesù ad un Pokémon. Il pubblico ministero incaricato del caso ha argomentato che Sokolovsky ha utilizzato il popolare gioco in realtà aumentata (AR, augmented reality, NdR) per deridere e prendersi gioco dei valori cristiani, incitando all’odio religioso, e come prova ha sottolineato alcuni dei commenti piuttosto spinti che l’autore del video dedica all’argomento religioso.

Condannato a 3 anni per aver giocato a Pokémon GO: in Russia è polemica per la condanna

Sulla base di queste accuse il pubblico ministero ha richiesto per Sokolovsky la reclusione per 42 mesi in una colonia penale per incitamento all’odio religioso. Il blogger russo si è dichiarato “in stato di shock” per la durezza della condanna. “Probabilmente sono un idiota, ma non sono un estremita” ha argomentato il 22enne, specificando che lui non è un estremista religioso e che la sua intenzione non era quella di fomantare odio verso un particolare culto religioso.

La vicenda però potrebbe non essere finita qui: molti sostenitori di Sokolovsky hanno paragonato la durezza della condanna e le accuse all’Inquisizione, e stanno facendo pressione affinché la condanna venga ridimensionata. Avremo maggiori notizie il prossimo 11 Maggio, quando la corte si riunirà per la sentenza definitiva.

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Pubblicato da
Redazione