Continuano le beghe tra la Guardia di Finanza e le grandi multinazionali della tecnologia che operano in Italia. Ad entrare nel mirino del corpo del Ministero del Tesoro questa volta è Amazon, accusata di aver evaso tasse per centinaia di milioni di euro. Il colosso dell’ecommerce con base a Seattle non avrebbe dichiarato al fisco una somma ingente di capitali provenienti da attività regolarmente svolte in Italia.
Secondo la Guardia di Finanza, Amazon sfrutterebbe la sua locazione finanziaria in Lussemburgo per contabilizzare soldi provenienti dal nostro paese, senza però pagare le dovute tasse. Il sistema è lo stesso di quello già additato ad altri big del settore come Apple e Google, società che sfruttano un paradiso fiscale come il Lussemburgo per evitare di spendere soldi in imposte garantite dalla giurisdizione di paesi dell’Unione Europea.
Amazon dal canto suo ha subito risposto, difendendosi dalle accuse: “La nostra compagnia paga sempre tutte le tasse in ogni paese in cui opera. I contributi in questo caso sono relativamente bassi perché questi sono applicati non in base ai ricavi ma in base agli utili e gli utili negli ultimi mesi sono stati parzialmente influenzati dagli investimenti fatti”.
La querelle probabilmente continuerà nelle sedi legali con la Guardia di Finanza che continuerà a portare avanti le sue tesi molto credibili. Resta, a maggior ragione dopo questo ennesimo episodio, un grosso punto interrogativo sulle grandi aziende della tecnologia che operano in Europa e che sempre più spesso sono accusate di evasioni quasi miliardarie.