Diversi anni dopo la pubblicazione di The Unfinished Swan, i ragazzi di Gian Sparrow provano nuovamente a stupire il pubblico confezionando un titolo incredibilmente originale e coinvolgente. Il cammino è tutto sommato breve ma la bontà dei sentimenti e delle emozioni che trasmette ripagano appieno il giocatore. Ecco a voi What Remains of Edith Finch!
Annunciato ben quattro anni fa, l’ultimo progetto di questo piccolo e peculiare studio di sviluppo è finalmente approdato su PC e PlayStation 4 ed è pronto a stupire e a intrattenere ognuno di noi. Sebbene la struttura del gioco sia molto particolare, se proprio dovessimo collocarlo in qualche genere, lo definiremmo come un’avventura in prima persona della serie “walking simulator” (anche se personalmente non apprezzo questa definizione, ndr) ovvero un videogame nel quale il racconto e la trama la fanno da padrona, lasciando all’interattività e al giocatore un ruolo decisamente limitato e marginale. Tutto inizia con la protagonista della storia, Edith Finch, che decide dopo diversi anni di tornare a visitare la sua vecchia casa, appartenuta alla famiglia per generazioni e generazioni. Costruita dal bisnonno Odin, l’enorme dimora dei Finch si presenta come un concentrato di ricordi ed emozioni pulsanti che siamo chiamati a ripercorrere e rivivere assieme alla giovane ragazza. Non c’è spazio per tanti preamboli: in pochissimi minuti siamo già all’interno della dimora ovvero nel fulcro dell’avventura. E lo apprendiamo subito osservando l’accurato lavoro che è stato svolto per riprodurre gli interni, la ricerca dell’estetica e lo stile affascinante e variegato delle stanze. L’albero genealogico è altrettanto ricco di spunti e le varie camere rispecchiano gli stili e le esperienze di vita dei parenti. Senza scendere troppo nei particolari, considerato l’altissimo rischio spoiler, da questo momento in poi il gameplay ci guiderà da una persona all’altra permettendoci di rivivere alcune esperienze in una sorta di mini-game sempre diversi e dannatamente ispirati e peculiari.
In una sorta di sbigottimento continuo procediamo di racconto in racconto, accompagnati dalla voce e dai commenti della stessa protagonista che – in grande stile – appaiono anche come fossero delle vere e proprie scritte dinanzi a noi, reali e che interagiscono con l’ambiente circostante. Per chi non fosse molto pratico, dobbiamo segnalare che il gioco (almeno su PS4) non prevede la lingua italiana pertanto sia l’audio che le scritte saranno in lingua inglese. Rivolgendo per un attimo lo sguardo agli aspetti più tecnici, dobbiamo segnalare che graficamente il gioco è piacevole ed appagante tuttavia non manca qualche calo di frame e qualche problemino di stuttering. Per quanto concerne la durata invece, possiamo dire che questo What Remains of Edith Finch è facilmente esauribile in un paio d’ore e inoltre, essendo il proseguo della narrazione particolarmente guidato, è molto difficile che si impieghi più tempo del dovuto per completarlo. Ma comunque, prescindendo da questo, le emozioni che i fatti narrati riescono a trasmetterci sono molto potenti e, merito anche della giusta colonna sonora, difficili da dimenticare.
What Remains of Edith Finch è prima di tutto un racconto, un racconto che ci cattura con l’originalità e che è in grado di farci provare le emozioni più disparate. La storia e la narrazione giocano sul filo del rasoio, tra il divertimento e la tragedia, prendendoci al collo quando meno ce lo aspettiamo e riuscendo a strapparci un sorriso nei momenti più grigi e oscuri. Il gioco – come la vita – è un’altalena di emozioni che ci fanno volare, liberi e che ci distraggono dall’unico e ineluttabile, finale.
[Abbiamo giocato a What Remains of Edith Finch grazie ad un codice redeem per PlayStation 4 inviatoci da Sony. Il gioco si esaurisce in poco più di due ore ma non per questo la storia raccontata non riesce a coinvolgerci e a emozionarci.]