Ancora non si sono placate le polemiche legate a Wannacry, il super attacco hacker che ha colpito in maniera massiccia computer delle nazioni di tutto il mondo. Per la prima volta, il mondo ha conosciuto una così profonda e massiccia minaccia web che ha messo sotto scacco importanti sistemi sanitari e altri servizi fondamentali come quelli delle compagnie telefoniche.
Il discorso su Wannacry, giorni dopo il suo esordio, è ancora vivo in tutti i portali di informazione del globo anche perché ufficialmente le intelligence delle principali nazioni ancora non sono riuscite a scovare la causa e l’artefice di tale piano.
Nelle scorse ore si sono susseguite le più disparate voci. Ultima, ma non ultima per importanza quella di Neel Mehta, ricercatore di casa Google e super esperto di codici di hackeraggio. Mehta ha scoperto una sinistra somiglianza tra i codici che sono stati utilizzati per Wannacry e quelli adoperati tempo fa da un gruppo di cybercriminali nordcoreani.
Le ricerche del dipendente Google hanno colpito molte agenzie di sicurezza, tra cui quella russa che sottolinea come la scoperta di Mehta sia attualmente la strada più vicina alla soluzione dell’enigma Wannacry.
Attualizzando il contesto sociale con questo episodio, in effetti, è possibile trovare alcuni punti di coincidenza. La Corea del Nord attualmente rappresenta una delle minacce più prossime per l’Occidente a causa della crociata avviata dal suo dittatore Kim Jong-Un contro gli USA e tutti i suoi alleati.
Come ben visto negli ultimi anni, numerose battaglie tra nazioni rivali sono contese proprio sui servizi web e quindi un eventuale matrice nord coreana non sarebbe difficile da giustificare.
Prima di giungere a conclusioni affrettate, è comunque bene ricordare come in data odierna ancora non è stata scoperta una vera e propria matrice dietro l’esplosione di Wannacry. Forse ci vorrà ancora del tempo per scoprire la verità…