La compagnia di Mountain View vuole dare una svolta alla frammentazione su Android e alla lentezza degli aggiornamenti con Project Treble. Grazie ad esso si gettano le basi per ricevere aggiornamenti di sistema in maniera più rapida ed efficiente.
La frammentazione e la lentezza degli aggiornamenti sulla piattaforma Android è un problema persistente. Mentre iOS 10, rilasciato lo scorso Autunno, ad oggi ha quasi il 79% di adozione, Android rimane molto, molto indietro. Secondo le ultime stime solo il 7% del totale dei dispositivi, circa 2 miliardi, monterebbero l’ultima versione del software.
Gli aggiornamenti Android che sono disponibili di solito sotto forma di update OTA (Over The Air, NdR) per i nostri dispositivi sono il frutto di vari passaggi, ma che fondamentalmente possiamo racchiudere in 3 fasi.
Come si evince dall’infografica, le release di Android
(Lollipop, Marshmallow, Nougat etc) passano ai produttori di SoC (System on Chip). In questa fase i produttori adattano i loro processori/piattaforme/componenti con driver specifici plasmandoli sulla base software.La palla passa poi ai produttori OEM come LG, Samsung e HTC. In questa fase il software Android subisce ulteriori modifiche, come ad esempio l’interfaccia grafica, o l’integrazione di servizi e app.
Infine l’ultimo passaggio, quello forse più odiato dagli utenti finali, è destinato agli operatori nel campo telecomunicazioni. in Italia TIM, Vodafone, Wind e Tre applicano personalizzazioni agli smartphone “brandizzati”. Queste personalizzazioni ritardano ulteriormente il processo di update dei dispositivi.
Con Project Treble Google vuole eliminare uno degli step, nello specifico il primo. I dispositivi con Android O nativo avranno il framework Android separato dalla gestione di tutte le componenti dei produttori di silicio, che usufruiranno di una Vendor Interface separata.
I due livelli sono integrati dalla Vendor Interface, che consente la comunicazione universale tra le implementazioni del produttore e il framework di sistema di Android. Un piccolo ma decisivo passo in avanti per velocizzare gli update software e soprattutto diminuire la frammentazione. Siamo lontanissimi dai risultati Apple in questo ambito, ma un piccolo miglioramento è sempre meglio di niente.