Negli ultimi mesi si stanno moltiplicando le ricerche scientifiche sul rapporto che intercorre tra depressione, social e mondo adolescenziale. Sempre più psicologi e sociologi stanno notando una preoccupante predisposizione verso la depressione per chi utilizza in maniera massiccia servizi quali Facebook, Instagram e Snapchat. La fascia d’età che va dai 13 ai 18 anni è quella in cui si notano disturbi della personalità segnati proprio dalla troppa esposizione ad internet.

Gli ultimi studi effettuati dalla Royal Society for Public Health, ente britannico, hanno approfondito ancor di più tali teorie, scendendo sempre più nel merito. Secondo gli esperti inglesi, Instagram può essere considerato il social più pericoloso per la quiete dei ragazzi, essendo la piattaforma della famiglia Facebook quella che espone di più al giudizio immediato basato sull’immagine.

Il motivo di tale postulato è subito spiegato. Instagram, tra il parco social a disposizione dei ragazzi, è – insieme a Snapchat, non a caso presente in tale analisi – è lo strumento che si fonda maggiormente sul culto dell’immagine e sul culto dell’apparenza. La troppa sovraesposizione a materiale fotografico induce in molti adolescenti una reazione opposta, per cui non ci si accontenta mai della propria esteriorità e si cerca sempre e con maniera assidua “il bello”.

Ancor più grave, può essere per i giovani, la troppa “visione” di contenuti postati da vip e celebrità varie che basano proprio sui followers di Instagram pare delle loro fortune. In questi casi può intercorrere l’effetto emulazione, i cui risvolti possono portare poi a crisi caratteriali.

Instagram, quindi, nonostante le sue belle funzioni resta un luogo virtuale estremamente fragile e molto complicato da maneggiare soprattutto per chi, nel periodo della formazione, non si accontenta mai di ciò che è.

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