Una vera e propria sanguisuga o anche una zecca all’interno dell’organismo. Servirebbero queste parole per descrivere la storia di questo operaio sudcoreano di Samsung che è stato da poco colto in fragrante ed accusato di aver rubato ben 8474 smartphone dagli stabilimenti dell’azienda asiatica, dove lui stesso lavorava. I cellulari rubati sono stati poi rivenduti sul mercato nero per un business super milionario di cui l’uomo dovrà rispondere poi a processo.
Per effettuare i furti, l’operaio non si trasformava da Arsenio Lupin. Questa forse è la nota più dolente dell’accaduto. L’uomo infatti sfruttava la sua disabilità, un modo per evitare i controlli body scanner a cui sono sottoposti gli impiegati. I colpi sarebbero partiti ben due anni fa e solo negli ultimi mesi gli esperti di Samsung hanno iniziato a sentir puzza di bruciato.
Ora, per quello che possiamo definire ex dipendente della multinazionale, le cose si mettono molto male. Dopo essere stato catturato dalla polizia, dovrà rispondere a processo di varie accuse, tra cui ovviamente truffa e rapina. In tutto questo, le forze dell’ordine hanno stimato in circa 800mila dollari il ricavato da queste rapine. Una somma così consistente lascia pensare ad una catena di persone (collegate con il mercato nero del Vietnam) che agiva indisturbata alle spalle di Samsung.
Per ora, l’operaio si difende dicendo che il denaro ricavato dalla truffa sarebbe servito per pagare un grosso debito di gioco. Sicuramente sentiremo ancora parlare di questa storia tragicomica…