WhatsApp

WhatsApp, la creazione di Jan Koum e Brian Acton (correva l’anno 2009 quando la piattaforma venne rilasciata in scala mondiale), oggi è in assoluto la prima chat di conversazione istantanea al mondo, nonché servizio indispensabile per tutti coloro che utilizzano uno smartphone. Facebook, o meglio Mark Zuckerberg, nel 2014 mise mano al portafogli per comprare il software all’incredibile cifra di 19 miliardi di dollari.

Come tutti gli acquisti fatti a tale livello, dietro una spesa mostre c’era l’intenzione di ottenere un profitto altrettanto spaventoso. Sono passati quasi tre anni dal passaggio di consegne ed è lecito chiedersi se WhatsApp per Facebook sia stato un buon investimento.

Questa domanda, secondo rumors che provengono da oltre Oceano, se la sta autoponendo lo stesso Zuckerberg. Rispetto al social e rispetto ai servizi di contorno (Messenger, Instagram, ecc), WhatsApp non è una macchina macina soldi. Tutt’altro. Da quando il servizio è stato reso gratuito a tutti gli utenti, si è visto come la voce dei guadagni sia divenuta sempre inferiore.

Per questa ragione, il giovane magnate avrebbe creato un team di lavoro ad hoc, al fine di individuare eventuali sbocchi di profitto. WhatsApp potrebbe quindi cambiare in un futuro più o meno breve. Se è impossibile ritrovare il così antipatico contributo annuo, il primo pensiero va ovviamente alla pubblicità. Come fatto ultimamente con Messenger, non è del tutto improbabile pensare alla chat con annunci e inserzioni varie da parte di privati. Allo stesso modo, un ulteriore spunto potrebbero essere i cosiddetti “acquisti in-app”, fonte di denaro per numerose piattaforme ufficialmente gratuite.

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