Naturalmente, da tutto questo traffico dati che molto spesso manda in tilt i server dell’azienda californiana derivano non poche responsabilità, in quanto WhatsApp viene spesso utilizzato anche per scambiarsi dati sensibili, e l’azienda ricorre a tutti i mezzi possibili per salvaguardare la privacy dei propri utenti e per evitare danni (non sempre con risultati positivi). Ciò significa che un attacco hacker a WhatsApp, da parte di team illegali ben organizzati con al loro interno personalità molto abili, può risultare molto pericoloso e compromettere la sicurezza di milioni di utenti in tutto il mondo.
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Un modo ben più semplice ed efficiente per ingannare gli utenti, sebbene con una portata decisamente inferiore rispetto a quella degli hacker, è inviare messaggi o mail a diversi utenti chiedendo dati sensibili (password, coordinate bancarie o codice fiscale) o spingendo il destinatario a cliccare su un link spacciandosi per l’ormai noto a tutti WhatsApp. Il fine di questi messaggi è intuibile: coordinate bancarie e dati personali possono essere utilizzati per derubare le persone, mentre i link rimandano a delle pagine all’interno delle quali si attivano automaticamente abbonamenti costosi e indesiderati, o dalle quali vengono scaricati virus e altri file in grado di compromettere o hackerare dispositivi mobili.
L’ultima trovata di un gruppo di truffatori segue proprio questo meccanismo: a molti utenti viene inviata una mail in cui si dice che dopo 48 ore dalla ricezione della mail l’account WhatsApp verrà disattivato, e che per evitare la disattivazione (in seguito alla quale, ovviamente, vi sarà la cancellazione di tutte le chat) è necessario cliccare su un link, inserito all’interno della mail. Ovviamente si tratta di una bufala potenzialmente pericolosa, in quanto cliccando sul link si autorizza (involontariamente) l’attivazione di abbonamenti dal prezzo elevato. La mail è ben fatta, in quanto riporta la scritta WhatsApp in cima e, in conclusione, vi è invece la dicitura “Tutti i diritti riservati”, con annesso logo: tutte caratteristiche che rendono la mail piuttosto verosimile.
È tuttavia molto importante diffidare da questo genere di mail (non solo se si tratta di WhatsApp) in quanto raramente le aziende richiedono dati secondo questa modalità; è certamente buona abitudine, nonostante tutto, quella di controllare l’indirizzo del mittente, e verificare se esso rientra tra le email utilizzate ufficialmente dall’azienda.
Le persone che più facilmente ricadono in questa trappola e vedono il proprio credito telefonico prosciugarsi molto rapidamente sono sicuramente gli utenti che non usano di frequente il computer o che si sono avvicinati al mondo della tecnologia da poco tempo. Per questo motivo, è indispensabile che ogni persona al corrente di questo genere di truffe, come nel caso della mail in questione, metta in guardia eventuali genitori, zii, nonni, cugini e amici inesperti (che quasi sicuramente usano WhatsApp, il cui utilizzo si sta diffondendo rapidamente tra le fasce di popolazione più adulte), in modo da limitare il più possibile l’attività criminale di chi crea e diffonde queste fale email.