Samsung distrugge mensilmente il 3% delle batterie al litio presenti nel suo magazzino per motivi di test. Questa è la notizia che sta facendo molto discutere il popolo del web. Il caso Galaxy Note 7 sembra aver destabilizzato il colosso sud-coreano che, complice una concorrenza sempre più spietata, vuole recuperare il più velocemente possibile il gap perso e non incorrere mai più nei suoi errori del passato. È proprio il caso di dirlo, Samsung vuole incarnare alla perfezione il famoso detto popolare: «Sbagliando s’impara!».
A seguito dello scandalo Galaxy Note 7, la popolarità del colosso asiatico è diminuita a dismisura. Ora, a distanza di quasi un anno, da quei terribili giorni, l’azienda ha deciso di testare allo stremo le batterie dei dispositivi da commercializzare, attraverso un nuovo processo di sicurezza.
Samsung impara dagli errori del passato
Onde evitare ennesimi casi di esplosione, dunque, Samsung ha deciso di istituire un apposito gruppo di consiglieri denominato “Samsung’s Battery Advisory Group“. Quest’ultimo avrà lo scopo specifico di monitorare l’intero processo produttivo, legato alla fattispecie batterie. Secondo un’intervista rilasciata da un portavoce del succitato gruppo, il 3% dell’intera produzione mensile di batterie è distrutta in fase di test di sicurezza. Test che certificano la qualità e la stabilità del lotto prodotto ed evitano il rischio di auto-combustioni indesiderate.
Ogni batteria, inoltre, è stata dotata di un apposito codice QR che permette al management di tracciare il prodotto e verificare istantaneamente ogni irregolarità evenutale. Ogni dato raccolto, infine, permette il miglioramento costante degli standard di sicurezza su tutte le linee di prodotti offerti ai propri clienti. Dichiarazioni che arrivano esattamente a poche settimane dalla presentazione del nuovissimo flagship del gruppo Galaxy Note 8 e che hanno l’intento di rassicurare i consumatori più scettici. Basterà a far dimenticare quanto accaduto?