WhatsApp è stata acquistata circa 3 anni fa da Zuckerberg, già CEO di Facebook. Merito del nuovo proprietario è stato, ad inizio 2016, di abolire il seppur minimo canone annuale di abbonamento, rendendo del tutto gratuita la app. WhatsApp è oggi una delle app più utilizzate al mondo e conta oltre 1 miliardo di utenti, ma la proprietà non ha mai realizzato un vero modello di business per sfruttare questo successo planetario. Dopo l’abolizione del canone, l’introduzione di messaggi pubblicitari potrebbe essere un metodo semplice ed efficace per raccogliere introiti anche molto consistenti. Di recente WhatsApp ha pubblicato un annuncio per trovare un Product Manager per la monetizzazione della app.
L’introduzione di messaggi pubblicitari in WhatsApp sarebbe un ottimo metodo per le aziende di colonizzare con i propri messaggi promozionali anche questo spazio, ma è probabile che gli utenti finiscano per non apprezzare la novità. Pare infatti che il team di Facebook sia al lavoro per trovare un metodo per inserire messaggi e banner che non risulti troppo invasivo, proprio per evitare che gli utenti possano trovare la pubblicità troppo fastidiosa. La possibilità che le aziende inviino direttamente messaggi promozionali agli utenti sfocerebbe infatti con lo spam, infastidendo moltissimi utenti. Il modello potrebbe essere proprio Facebook
. Qui le pubblicità, sotto forma di link sponsorizzati e pagine in primo piano, sono state introdotte ormai da tempo senza, tutto sommato, scontentare troppo gli utenti e senza diventare eccessivamente fastidiose ed invasive.WhatsApp ha allo studio, a quanto pare, diverse possibilità di sfruttamento per le aziende. Diverse start up di Y Combinator sembrano già coinvolte le progetto, anche se una conferma diretta da parte di WhatsApp non è ancora arrivata. In particolare Umer Ilyas, co-fondatore di Cowlar Inc, pare abbia già confermato di essere coinvolto nel progetto. Questa azienda si occupa della produzione di collari per mucche in grado di rilevare l’attività e lo stato di ogni singolo bovino. I dati raccolti dovrebbero quindi essere trasmessi proprio attraverso WhatsApp. Si tratta quindi di un metodo di sfruttamento commerciale dell’app in grado di generare introiti per Zuckerberg senza andare ad infastidire gli utenti privati con messaggi pubblicitari. Questi ultimi sembrano dunque solo una componente di un più ampio ventaglio di progetti per le aziende.
Il rischio per l’azienda è che molti utenti, scontentati dalle novità introdotte, finiscano per dirottarsi verso una delle altre moltissime applicazioni di messaggistica istantanea presenti sul mercato. Nel mondo delle app e del web 2.0 il successo può infatti rivelarsi molto effimero e basta poco perché un prodotto di successo venga disertato quasi completamente nell’arco di pochi mesi. Basti pensare a come il successo di Facebook abbia, a suo tempo, di fatto vampirizzato quasi tutti gli utenti di Myspace. Il compito del nuovo Product Manager di WhatsApp sarà dunque anche quello di non scontentare troppo gli utenti, per evitare di regalare preziosi utenti a concorrenti come Telegram o WeChat.