L’ Autorità garante della concorrenza e del mercato, anche detta Antitrust, ha messo sotto attenta osservazione Whatsapp, il servizio di messaggistica più diffuso al mondo, di proprietà di Facebook, a causa di pratiche ritenute scorrette.
L’ Authority punisce WhatssApp per le condizioni contrattuali
Per scoprire le vari fasi della vicenda, bisogna fare un salto all’11 Maggio del 2017, quando l’Antitrust, come si legge nel bollettino della stessa, spiegando nei dettagli tutta la vicenda, “ha accertato la vessatorietà di alcune clausole del modello contrattuale sottoposto all’accettazione dei consumatori che vogliano usufruire dell’applicazione Whatsapp messenger”. Si tratta, in pratica, dei consensi che si danno molto spesso per accedere al servizio senza preoccuparsi troppo del perchè si sta dando quel consenso,autorizzando così il gestore del servizio ad entrare in possesso dei nostri dati, con buona pace della privacy.
Ebbene, per l’Antitrust il regolamento realizzato dall’azienda americana andrebbe a cozzare con i diritti dei consumatori.
Tra le disposizioni giudicate oppressive dall’autorità ci sono “esclusioni e limitazioni di responsabilità in capo a Whatsapp molto ampie e assolutamente generiche”, ma anche “la possibilità di interruzioni del servizio decise unilateralmente senza motivo e preavviso”. Inoltre, non vengono accettate le seguenti disposizioni “il diritto generico esercitabile da Whatsapp di risolvere il contratto/recedere in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo e non consentire più all’utente l’accesso/utilizzo dei servizi, senza prevedere un analogo diritto per il consumatore” e “di introdurre modifiche, anche economiche, dei termini di utilizzo senza che nel contratto vengano preventivamente indicate le motivazioni”.
Dopo avere accertato l’irregolarità delle clausole poste nell’informativa, l’Antitrust, “in relazione all’esigenza di informare compiutamente i consumatori”, ha disposto “la pubblicazione per 20 giorni, a cura e spese dell’impresa, sottointendendo Whatsapp, di un estratto del provvedimento sulla homepage del sito web”. L’ autorità ha, inoltre, “disposto che la pagina web fosse raggiungibile da un link posto in una notifica in app da inviare a tutti gli utenti italiani registrati nell’applicazione Whatsapp messenger alla data di adozione del provvedimento, da inoltrare con le stesse modalità tecniche con cui Whatsapp aveva comunicato l’ultima modifica dei termini di utilizzo”. In altri termini, l’Antitrust voleva che Whatsapp divulgasse maggiormente questi informazioni per rendere consapevoli i consumatori.
La misura è stata comunicata lo scorso 12 Maggio a WhatssApp, con il concedimento 20 giorni pe rimediare alle inesattezze rivelate dall’Antitrust. La società americana non ha fatto nulla di tutto quest ed ha fatto sapere “di non avere disposto la pubblicazione né comunicato le relative misure attuative”, in quanto “intende effettuare un ricorso per l’annullamento di quel provvedimento unitamente a un’istanza per la sospensiva dello stesso”. A seguito di ciò l’Antitrust ha avviato un procedimento sanzionatorio e la cifra potrebbe avvicinarsi fino ai 50 mila euro. La domanda che ci poniamo è: ad un’azienda che fattura miliardi di dollari l’anno, che scompensi porterebbe una cifra così irrisoria? Meglio pagare la multa oppure cambiare le condizioni d’uso di WhatsApp? La risposta è già scritta, con molta probabilità nulla cambierà e l’Antitrust avrà fatto il suo compito senza ottenere il beneficio sperato. Ad ogni modo, entro il termine di quaranta giorni dalla comunicazione del nuovo provvedimento, Whatsapp potrà far pervenire all’autorità “scritti difensivi e documenti, nonché richiedere di essere sentita”. Chissà quale sarà la mossa della famosa piattaforma di messaggistica.