Nonostante abbia sempre vissuto al riparo dalle luci dei riflettori, ha svolto uno dei ruoli di maggiore importanza quando nel 2009 ha fondato l’app assieme a Jan Koum, attuale amministratore delegato. Essa si è subito rivelata un successo, al punto che nel 2014 è stata acquistata da Facebook per 19 miliardi di dollari: la più grande cifra mai spesa da Facebook.
Dopo ormai 8 anni di lavoro per Whatsapp, che gli hanno fruttato ben 6,5 miliardi di dollari, Brian Acton decide di lasciare la società per dedicarsi a un nuovo progetto, lo annuncia con un messaggio su Facebook, postato il 13 Settembre:
“Dopo 8 anni ho deciso di andare avanti e cominciare un nuovo capitolo della mia vita. Sono molto fortunato alla mia età di avere la flessibilità per correre nuovi rischi e concentrarmi su ciò che mi appassiona. Ho deciso di avviare una non-profit che unisca attività senza scopo di lucro, tecnologia e comunicazione. E’ una cosa a cui ho pensato a lungo, ed è giunta l’ora di concentrarsi e fare. Dirò di più nei prossimi mesi. E’ certamente una decisone difficile. Sono fiero di quello che il nostro team ha realizzato in solo pochi anni.”
Già in passato si è rivelato un benefattore: ha donato circa 290 milioni di euro (una quota delle sue azioni in Facebook) alla Silicon Valley Community Foundation, che raccoglie capitali per attività sociali.
L’abbandono da parte di Acton non avviene in un momento qualsiasi, potrebbero celarsi dietro la sua scelta ulteriori motivazioni. Proprio una settimana prima, Facebook ha infatti annunciato un cambio della politica di Whatsapp: essa diventerà a pagamento per le imprese che vogliono contattare gli utenti. Ciò significa che l’app di messaggistica introdurrà le pubblicità.
Questa decisione è in netto contrasto con quanto affermato dai fondatori nel loro blog, che nel 2012 scrivono: “Oggigiorno le aziende sanno letteralmente tutto su di voi, sui vostri amici, sui vostri interessi, e si servono di queste informazioni per vendere pubblicità. Quando tre anni fa ci siamo messi a tavolino per avviare la nostra azienda, volevamo fare qualcosa che non fosse semplicemente un altro punto di smistamento di pubblicità. Intendevamo investire il nostro tempo per creare un servizio che la gente volesse usare perché funziona, un servizio che consentisse di risparmiare soldi e che in qualche modo rendesse la vita della gente migliore. Se fossimo riusciti a fornire tutti quei servizi, sapevamo che avremmo potuto far pagare le persone. Sapevamo che potevamo fare quello che la maggior parte delle persone cerca di fare ogni giorno: evitare la pubblicità.”.
Sembra una visione molto diversa da quella di Facebook, che vuole proporre Whatsapp come una vera e propria Business app, permettendo alle aziende di rimanere in contatto con i propri clienti.
Fortunatamente, gli 1,3 miliardi di utenti attivi mensili consentiranno all’applicazione di guadagnare consistenti cifre con una moderata quantità di pubblicità.