La nostra privacy online potrebbe essere in pericolo, in serio pericolo. A finire sotto l’occhio del ciclone anche in tale occasione è WhatsApp. La minaccia questa volta non è portata da uno o più hacker, ma bensì da servizi di intelligence governativi come la CIA.
Secondo quanto si apprende da pagine di documentazione pubblicate da WikiLeaks, gli 007 cercano costantemente di entrare in possesso di chiavi d’accesso per chat popolari quali WhatsApp, Signal e Telegram. L’archivio riservato – chiamato Vault7 – contiene carte segrete con oltre 8500 atti ufficiali, più di 16mila pagine ed un migliaio di allegati.
Da WikiLeaks si scopre che la CIA – così come altri enti di simile scopo – prova in ogni modo a superare la crittografia end-to-end che da un anno a questa parte è presente su WhatsApp. L’obiettivo dell’intelligence è quello di spiare il maggior numero di individui a rischio, al fine di ottenere materiale informativo riguardo terroristi e malviventi.
Attraverso questo metodo però anche i cittadini comuni vengono spogliati della propria privacy. Gli 007 sfruttando le falle delle app di messaggistica riescono a penetrare nel sistema e potenzialmente sono in grado di maneggiare le conversazioni private di milioni e milioni di utenti.
Alle rilevazioni di WikiLeaks la CIA, così come altri servizi di intelligence, ha risposto picche, accusando la compagnia di Julian Assange di “falso”. Dall’altro verso, invece, il giornalista australiano è sicuro delle sue tesi. Assange si è anche dichiarato disposto a collaborare con i principali network per garantire al meglio la sicurezza degli iscritti.
Non possiamo garantire con certezza dove sia la verità in questa faccenda. La certezza è che, nonostante i vari sistemi scelti dalle compagnie per tutelare i consumatori, oggi stare online comporta irrimediabilmente rischi per la nostra privacy.