Nella giornata di ieri, il direttore di Roskomnadzor (agenzia per le Telecomunicazioni russa), Alexander Zharov, ha dichiarato di bloccare Facebook nel territorio nazionale, se quest’ultimo non trasferisce i suoi server in Russia.
Zharov è stato molto diretto con Zuckerberg, in quanto vorrebbe che i dati personali degli utenti siano conservati all’interno di data center situati nel territorio russo. Attualmente il social network dispone di qualche data center e la maggior parte di essi si trovano negli Stati Uniti.
Il motivo principale per cui la Russia ha deciso di prendere questa decisione, è stato il mancato rispetto di Facebook nei confronti della legge federale (Pacchetto Yarova) del 2015, riguardante i dati personali degli utenti. Nell’anno seguente, fu aggiornata con l’aggiunta di alcuni emendamenti, riguardanti la conservazione in data center
(server) dei dati personali delle persone russe, su tutto il territorio nazionale della Russia.Infine, questa legge è stata approvata con l’intento di controllare il traffico dati e le informazioni private via web, per poter proteggere gli utenti dalle organizzazioni terroristiche, visto il costante utilizzo.
Il primo social che non ha voluto aderire a questa normativa è stato LinkedIn, dove è bloccato in Russia da quasi un anno. Per il momento non si sono registrati dei passi in avanti per un accordo.
A differenza dei social precedenti, Twitter ha voluto rispettare la nuova legge, trovando un accordo a partire dal 2018, con l’autorità per le Telecomunicazioni Russa. Invece, per quanto riguarda l’applicazione di messaggistica istantanea, Telegram, non ha ancora accettato le regole della normativa ‘Pacchetto Yarova’, ritenute difficili per poterle mettere in pratica.
Zuckerberg se vuole che i numerosi utenti russi continuano ad usufruire del social network, dovrà trovare il prima possibile un accordo con la Russia.