L’IPTV è un sistema che viene generalmente usato per trasmettere segnali televisivi per mezzo di una rete a banda larga; questo veniva utilizzato da operatori come Telecom, Fastweb e Tiscali i quali fornivano un servizio di TV in modalità video on Demand. Tuttavia quasi tutti gli operatori che fornivano questo servizio in Italia in maniera legale hanno dismesso il tutto per via del poco interesse da parte della clientela.
Lo stesso sistema viene al momento utilizzato da Mediaset e Sky per consentire ai loro abbonati di sfruttare l’abbonamento su diversi device (vedi Sky Go) che possono essere connessi in rete e non solo sulla tv di casa. Anche le piattaforme come Netflix usano lo stesso sistema per il servizio di streaming online a pagamento che offrono.
Parallelamente al “sevizio legale” si è però sviluppata una rete illegale dove alcune persone sfruttavano l’IPTV per fornire a un numero elevato di persone la pay tv (Sky e Mediaset in particolare) a prezzi stracciati.
Normalmente i dati trasmessi dalle compagnie sono criptati in modo che solo l’utente abbonato possa accedere ai canali, ed ‘è proprio qui che intervengono coloro che offrono il servizio illegale.
Attraverso dei software di decriptazione vanno a decodificare i codici per accedere ai programmi e attraverso la rete inviano i dati decriptati ai loro clienti sfruttando server spesso dislocati in diversi paesi dell’unione europea.
Il sistema è del tutto analogo al card sharing che invece prevedeva l’impiego di decoder server nei quali era realmente presente la smart card e di decoder client appositamente modificati (per simulare la presenza di una smart card attiva) entrambi connessi in rete tramite rete LAN.
Se si digita su internet IPTV è possibile trovare svariate proposte per questo servizio, alcune gratis (ma di scarsa qualità) e alcune a pagamento che assicurano le stesse prestazioni (anche in termini di qualità) offerte dalle pay tv a un prezzo stracciato (si parla di circa 20 euro contro i circa 60 di un abbonamento completo Sky che includa tutti i servizi).
Il fenomeno preoccupa molto le fiamme gialle e la polizia postale in quanto è in costante crescita e difficile da controllare, inoltre arreca un grave danno economico alle pay tv italiane e non solo.
Ma perché chi usufruisce del servizio rischia la galera come chi lo stesso servizio lo mette a disposizione?
Questo avviene perché si va a ledere il diritto d’autore (l’IPTV come anche il card sharing), un reato spesso ignorato da molti ma per il quale le pene sono molto severe. Infatti chi viene sorpreso ad usufruire di IPTV o card sharing rischia multe che vanno dai 2600 euro sino ai 26 mila euro e periodi di reclusione che vanno dai 6 ai 3 anni in base della gravità.
Le pene invece aumentano per chi fornisce il servizio, in quanto si va a ledere il diritto d’autore a scopo di lucro e al contempo si danneggia le pay tv.
Inoltre è importante ricordare a chi utilizza l’IPTV in maniera illecita che il reato va a sporcare la fedina penale anche se la frode non viene vista come offensiva o considerata come reato penale.