In primo luogo non sfrutterebbe il calore e non avrebbe costi eccessivi ma è soprattutto la modalità di scrittura del disco che cambia. Infatti il tutto avviene grazie a uno strumento: lo Spin Torque Oscillator che dà vita a un campo elettromagnetico. Questo opera a 20- 40 GHz, una frequenza abbastanza alta di in modo da adattarsi alla capacità magnetica del supporto. Il campo subisce una rotazione sull’asse verticale e grazie alla così provocata risonanza che aggiunge energia a quella del campo di scrittura si può aumentare l’efficacia di scrittura. Il campo elettromagnetico e i successivi effetti della risonanza migliorano l’archiviazione di dati superando i 4 terabit per pollice quadrato senza nulla togliere all’affidabilità di questo meccanismo. Il segreto sta tutto nei domini magnetici più piccoli che creano dischi con densità più alta.
Inoltre questa nuova opzione di scrittura dati sarebbe totalmente compatibile con altre tecnologie già sviluppate dal team di specialisti del grande colosso americano come quella Damascene che interviene sulla forma della testina per restringerne la forma e aumentarne in questo modo la precisione fisica e quindi la densità. Gli sviluppatori non dovranno cambiare il progetto dell’hard disk né tanto meno affrontare problemi per l’inserimento dello Spin Torque Oscillator all’interno della testina.
Se il nuovo hard disk da 40 TB è ancora un progetto in cantiere non lo è quello da 14 TB prodotto recentemente. L’ideatore e sviluppatore di MAMR è il professore Jimmy Zhu della Carnegie Mellon University che finalmente dopo 10 anni ha avuto il suo primo riscontro pratico oscurando le altre tecnologie di scrittura.
Perpendicular Magnet Recording, Shingled Magnetic Recording e Heat Assisted Magnetic Recording sono tutti esempi che non reggono più il confronto con le grandi potenzialità che MAMR offre. PMR e SRM rappresentano le due soluzioni più scelte per la costruzione di hard disk al giorno d’oggi ma permettono una possibilità di scrittura limitata. PMR permette una densità di 1,1 terabit per pollice quadrato mentre SRM supera solo di poco con 1,4 terabit.
La HAMR, invece, ha una storia diversa. Sviluppata per aprire la strada al futuro è stata sorpassata da MAMR per i suoi costi eccessivi e per le varie difficoltà tecniche tra le quali il calore eccessivo che ne diminuiva drasticamente l’affidabilità. L’idea che stava alla base era quella di utilizzare un laser che avrebbe riscaldato il piatto durante la scrittura e che avrebbe così portato a una maggiore possibilità di scrittura. Il progetto come abbiamo detto è stato messo da parte anche se alcuni la considerano solo una pausa momentanea, sperando di riprendere ben preso il lavoro di progettazione.