Di sicuro in Italia la lotta tra i vari gestori di telefonia mobile è entrata nel vivo ormai da molti anni. Il tutto è andato inasprendosi da quando tutti i provider principali si sono rafforzati. Basta infatti vedere il sodalizio messo in piedi da Tre e Wind che tentano così la risalita verso i più amati TIM e Vodafone.
Nonostante ciò però, tutte e quattro le aziende hanno fatto in modo che gli utenti si indispettissero, diminuendo il periodo di fatturazione dai canonici 30 giorni a 28 giorni. Molte sono state le polemiche che hanno caratterizzato questi giorni, trascorsi in un clima infuocato proprio per via della situazione appena descritta.
Come tutti ormai ben sanno, l’Agcom, ente che interviene a tutela del consumatore, ha condotto fin dall’inizio la battaglia per evitare che i gestori mettessero in atto tale rivoluzione. Dopo tutte le polemiche ascoltate durante la settimana, sembra però che il tutto vada a concludersi in maniera alquanto beffarda.
Riportando quanto descritto da Repubblica.it
, TIM, Vodafone, Wind e Tre risolverebbero la questione semplicemente pagando una multa da 1 milione e 160 mila euro a testa. Si tratterebbe di una cifra veramente irrisoria e proprio per questo l’Agcom si sarebbe indignata.La soluzione secondo l’ente sarebbe quella di proporre un intervento legislativo che possa regolare al meglio il tutto. Pronta dunque una controffensiva. Ecco in breve il comunicato:
“Non è in discussione la facoltà delle compagnie telefoniche di aumentare i prezzi. L’intervento del Garante non mira a contrastare la manovra tariffaria in sé. Vuole assicurare che i consumatori siano informati in modo trasparente. In altri termini, liberi gli operatori di aumentare i prezzi, a condizione però che gli utenti ne siano pienamente consapevoli.”
“A questo fine, non è sufficiente una semplice comunicazione attraverso la fattura. Il consumatore verifica per davvero quanto spende se ha di fronte a sé un parametro temporale consolidato: il mese, non certo le quattro settimane. Gli stipendi e le pensioni vengono pagati ogni mese e non ogni 28 giorni.”