Pochi giorni fa invece sono comparsi sulla rete altri cloni della super utilizzata app di messaggistica; questi compaiono sullo store con le stesse sembianze dell’app ufficiale, stessa immagine e stesso nome, o quasi.
Infatti le immagini differiscono di poco dall’originale, hanno giusto qualche minuscolo particolare che le differenzia ma che può essere notato solo facendo estrema attenzione, e soprattutto non dallo schermo di uno smartphone; mentre talvolta sono tali e quali all’originale. Il nome invece nella maggior parte dei casi non differisce affatto dall’originale, alcune volte possiamo trovarlo accoppiato con le parole new (nuovo), update e free, ma nella maggior parte dei casi rimane Watsapp.
Ciò che fa la differenza è il nome dei produttori che caricano le false applicazioni sullo store. L’app genuina è sviluppata da WatsApp Inc. mentre i produttori di quelle falsate si presentano con nomi del tutto simili ma che differiscono per la presenza di accenti, apostrofi, virgole o punti (in un caso è comparso anche un punto esclamativo alla fine del nome) che vengono posti dopo il nome; questi caratteri, seppur non difficili da notare, non creano sospetto per la maggior parte degli utenti proprio perché non vanno a modificare il nome vero e proprio e possono sembrare una pubblicazione genuina sul play store.
Un altro elemento (che caratterizzava anche Watsupp) che trae in inganno è il numero di stelle
Grazie a queste caratteristiche, che non sono nuove a questa tipologia di “truffe” (se cosi possono essere chiamate), molti degli utenti non badano molto al fatto che l’applicazione non sia un release ufficiale e in pochi secondi attivano il download.
Basterebbe infatti porre un po’ più di attenzione proprio ai nomi degli sviluppatori, ma spesso chi cade nel tranello sono i meno avvezzi o coloro che, magari di fretta, proprio non prestano attenzione ai vari particolari e avviano il download cliccando su una delle tante icone simili.
Il pericolo legato a queste applicazioni non genuine è insito nel fatto che potrebbero nascondere al loro interno malware o strumenti di phishing che vanno a invadere la privacy. Scaricando un app del genere dallo store ufficiale di fatto si sta autorizzando legalmente l’accesso al proprio dispositivo da parte di malintenzionati.
Ricordiamo che il phishing è la pratica con la quale si cerca di ottenere informazioni spesso relative a conti bancari e carte di credito, ma anche informazioni e file personali, il fenomeno e molto diffuso e difficile da contrastare.
Ciò che però preoccupa è il perché Google non riesca a bloccare queste applicazioni dannose o comunque permetta che vengano caricate così tante applicazioni con lo stesso nome nonostante questa non sia la priva volta che capita un fatto del genere.