Le diverse compagnie telefoniche sono passate, come tutti ormai ben sappiamo, alla fatturazione ogni 28 giorni anziché su base mensile. Non appena sono iniziate le lamentele AGICOM e l’Antitrust hanno preso posizione opponendosi a questa manovra e imponendo con un decreto (Marzo 2017) alle compagnie l’adozione di un addebito su base mensile per i contratti su telefonia fissa, mentre per le offerte su mobile richiedevano che il minimo fosse 28 giorni.
Al contempo le stesse associazioni imponevano alle compagnie, che ancora non avevano adottato tale metodo di fatturazione, di non effettuare il passaggio in quanto non del tutto trasparente. Ma queste compagnie (come Wind Tre e Tim) hanno comunque proceduto con il cambio e inoltre anche le aziende che offrono altri servizi (come Sky ad esempio) hanno annunciato la decisone di passare al nuovo sistema in tempi brevi.
L’antitrust ha quindi proceduto a sanzionare nel mese di settembre le aziende che non hanno rispettato il decreto di marzo la delibera che di contro si sono rivolte ad Asstel (l’associazione che tutela le compagnie telefoniche), la quale ribadiva l’assenza di fondamento giuridico nell’azione portata avanti contro le compagnie telefoniche ad essa associate.
Tre, Wind, Vodafone e TIM: addio alla fatturazione ogni 28 giorni
Ê stata quindi reclamata nei mesi scorsi a gran voce una legge che facesse chiarezza e regolamentasse la questione, andando a tutelare i consumatori. Anche il ministro dello sviluppo economico Calenda aveva ribadito come sulla questione fosse necessaria una soluzione a tutela del consumatore e che questa doveva essere trovata il più rapidamente possibile.
Nei giorni scorsi il parlamento si è quindi dato da fare a proposito e la deputata Alessia Morani (PD) ha depositato una proposta di legge augurandosi che questa venga approvata con la legge di bilancio.
La proposta impone lo stop alle fatturazioni a 28 giorni e impone la fatturazione su base mensile sia per le compagnie telefoniche (sia per servizi su mobile che su fisso), sia alle compagnie che forniscono altri servizi (come ad esempio la pay tv); inoltre assicura maggiori poteri alle associazioni dei consumatori in modo che queste abbiamo più autorità, rafforza le sanzioni legate agli aspetti tariffari e impone infine la restituzione delle somme indebitamente sottratte agli utenti con i nuovi piani tariffari scorretti.
La proposta permette comunque modifiche unilaterali del contratto purché queste siano giustificate da una motivazione obiettiva. Le associazioni dei consumatori si complimentano per la proposta di legge e si ritengono quindi pienamente soddisfatte per l’operato a tutela dei consumatori.