Lo strumento IPTV, diviene sempre di più largo utilizzo tra gli utenti televisivi. Esso è una metodologia informatica che permette di ricevere i segnali delle maggiore PAY TV tramite una connessione internet a banda larga, pagando un piccolo canone o mensilità come corrispettivo. L’architettura informatica utilizzata per la gestione di tale servizio (illecito peraltro) è del tipo CDN (Content Delivery Network). Evitando si scendere troppo nei dettagli di tipo tecnico possiamo dire che l’IPTV garantisce due tipologie diverse di contenuti :
- I contenuti possono essere in presa diretta ( essi sono distribuiti tra più utenze )
- Contenuti in On Demand, ossia contenuti che sono in realtà pre-registrati ed ove l’utente li richieda, questi vengono distribuiti.
Sostanzialmente vengono utilizzati due diverse tipologie di protocolli a seconda che si fruisca della prima opzione o della seconda. Per quanto concerne i contenuti multiutenze , ossia il primo dei due casi presentati precedentemente, si utilizza un protocollo multicast. Invece considerando il secondo caso, ossia quello dei contenuti On Demand , viene utilizzato un protocollo unicast, protocollo che fa da ponte tra l’utenza e l’erogatore del servizio relativo ai provider televisivi. L’utilizzo di tale strumentazione , se così è possibile definirla, sta subendo un impennata sbalorditiva. Ciò che più è sconcertante però , non è tanto il suo diffuso utilizzo , ma quanto il fatto che tutti questi utilizzatori pur sapendo i rischi che vi sono nel acquistare tale tipo di abbonamento illecito, continuino ad acquistarlo. Sebbene tale fenomeno è cosi diffuso, tuttavia è da considerare la possibilità che molti degli utenti non conoscano effettivamente i rischi alla quale vanno incontro e che a tutti gli effetti stanno violando un articolo riguardante la tutela del diritto d’autore ( art. 171 ) . E’ bene dunque, portare all’attenzione di voi lettori, qualora voleste avvicinarvi all’utilizzo di tale strumento, i rischi che possono pervenire da tale scelta.
- IPTV e i suoi rischi .
Ad oggi le migliori funzioni, programmi e dirette sono disponibili sulle cosiddette PAY TV . In questo modo gli utenti pagano un canone o un abbonamento al provider televisivo per fruire di determinati programmi, funzioni ed esclusive. A dispetto di ciò , esistono differenti PAY TV , che sia Sky , Netflix o Mediaset Premium, che prevedono un determinato abbonamento mensile per la fruizione dei propri canali. Comunque date le tariffe, è lecito chiedersi se è possibile usufruire di tutto ciò contemporaneamente ( ossia delle funzioni e dei canali di tutti e tre le PAY TV ), pagando un unico abbonamento . Ebbene, certo che è possibile , ma è illegale . Tutto ciò che prima si è detto, è possibile grazie all’IPTV (Internet Protocol Television) , pagando in un’unica soluzione un abbonamento considerabile irrisorio paragonato alla sommatoria di tutti i servizi ed i canali delle piattaforme medesime. Sembra essere tutto bello, interessante e vantaggioso se non fosse per il fatto che si rischiano fino a 5 anni di carcere e un ammenda amministrativa fino a 15.000€ per la violazione dei diritti di autore ( pena per il coordinatore della truffa) . Ad ogni modo niente paura, l’articolo 171 che regola il diritto di autore, prevede una condanna anche per l’utilizzatore del servizio condanna che è differente se l’utilizzo è per scopo pubblico o privato. Gli utilizzatori finali, rischierebbero stando a quanto stabilito dall’articolo 171 dei diritti di autore, che tutelano i provider televisivi, circa fino a 3 anni di carcere ed un’ammenda amministrativa che varierebbe dai 2.500€ circa fino ai 26.000€ . A testimonianza delle pene severe relative a tale illecito, si richiama alla spettabile attenzione di voi lettori , il caso avutosi a palermo. Un uomo di circa 52 anni, palermitano, è stato condannato per l’illecito relativo alla gestione della IPTV a circa 4 mesi di carcere e a 2000€ di ammenda amministrativa. Questo caso non è stato un caso isolato ! A Cagliari, la guardia di finanza ha , grazie all’operazione Pirate On demand, ha rinvenuto e bloccato circa nove portali attraverso i quali era possibile usufruire delle funzioni Sky e Mediaset utilizzando il servizio IPTV. Stando a quando comunicato dalla GDF , sono stati utilizzati circa 90 server attraverso i quali sono stati trasmessi circa 180 terabyte di dati, relativi a trasmissioni ed offerte( ovviamene in modo interamente illegale ) dei provider televisivi Sky e Mediaset . Il primo arresto è avvenuto a Macerata ( Marche ) , ove sono state sequestrate attrezzature e strumentazioni riconducibili all’illecito considerato. L’individuo, tratto in arresto , sarebbe stato colui che per conto dell’agenzia sulla quale stava investigando la GDF , aveva l’incarico di gestire gli abbonamenti; insomma era l’amministratore commerciale del traffico. La Guardia di Finanza ha comunicato inoltre che , si ritiene colpevole del reato di violazione dell’art 171 che tutela il diritto di autore, non solo coloro che gestiscono e coordinano i servizi di tale illecito bensì anche l’utilizzatore finale , ossia gli utenti che partecipano attivamente alla fruizione dell’abbonamento illegale. Secondo alcune stime, il progressivo avanzamento tecnologico nel campo delle comunicazione e nel campo dell’informatica, sta comportando un diffusissimo utilizzo ti tali tecnologie illecite . Si stima che i danni causati da tale illecito siano considerevoli, circa 300 milioni di euro ( dati italiani ) a scapito delle Tv entertainment. Solo in italia il sistema IPTV è utilizzato da più di 2 milioni di persone.
In conclusione
Per concludere la risposta alla domanda posta come incipit di questo web article : <<SKY e MEDIASET, vederlo con IPTV è sicuro o si rischia multa e carcere? >> è assolutamente SI . Tale procedimento per la fruizione dei servizi Sky e Mediaset attraverso il sistema IPTV è assolutamente da considerarsi illegale e rischioso in relazione alla violazione dell’art, 171 riguardante la tutela del diritto di autore. Pertanto, gentili lettori , questo articolo è un invito a stipulare un contratto/abbonamento legale con i maggiori provider televisivi, evitando cosi di incorrere in severe punizioni a carattere sia penale che amministrativo.