Possedete una Smart tv? Se si, avrete sicuramente notato l’applicazione IPTV premendo il tasto home del vostro telecomando e vi sarete sicuramente chiesti come funzioni: troverete tutte le risposte in quest’articolo.
Iniziamo col dire che IPTV (Internet Protocol Television) è un’applicazione che consente la visione di programmi on demand e di canali in diretta utilizzando una connessione internet a banda larga. Si basa sull’utilizzo intelligente dei protocolli di unicast e di multicast a seconda del tipo di programmi da visualizzare.
Analizziamo i protocolli
Il protocollo unicast è una corrispondenza uno-uno utilizzata nell’ambito delle reti di computer per permettere il flusso di dati da una sorgente verso un’unica destinazione. Questo è il protocollo usato per la trasmissione on demand e fa da ponte tra l’emittente del programma scelto e il proprio dispositivo.
Il protocollo multicast invece, serve a distribuire, in una rete di computer, lo stesso flusso di dati da una sorgente in più dispositivi finali con la condizione che questi debbano “accomunarsi” fra loro in modo tale da formare un gruppo ed essere riconosciuti. Si tratta del protocollo usato per lo streaming di dati live (senza duplicare la sorgente). Nel caso dell’IPTV i vari dispositivi sono accomunati dal codice MAC (spiegato di seguito). Dopo il raggruppamento, il multicast diventa sostanzialmente un protocollo broadcast. Ovvero un protocollo che, una volta inviati i dati alla rete locale, lascia la libertà al sistema operativo di smistare il flusso di informazioni in tutti i dispositivi collegati alla rete LAN.
L’IPTV nasce negli anni 80-90 con le prime VHS piratate. Tale mercato però era molto piccolo poiché a causa della limitatezza dell’analogico non era possibile caricare file molto grandi su queste. Bastava però, un PIC (Programmable Interface Controller) e dei codici satellitari scaricati da Internet per avere accesso alle famose Pay Tv come Stream+. Ovviamente questo servizio era poco efficiente e a causa della bassa qualità dei materiali all’epoca la visione dei canali subiva spesso problemi audio/video. Questo problema è ovviamente scomparso con l’avvento del digitale.
Attivare IPTV oggigiorno è piuttosto semplice
Una volta aperta l’applicazione sulla propria smart tv vi si presenterà una schermata iniziale in cui compaiono vari campi compilati appositamente con vari codici, il più importante è il codice identificativo univoco della tv (TV MAC). Di solito potete notare negli angoli, che ciò che state utilizzando è una versione di prova e che questa scade una circa una settimana dopo la prima attivazione.
Il sistema IPTV è organizzato in liste: dopo l’acquisto dell’applicazione per un costo di 5 euro bisogna acquistare una lista canali e inserirla da un apposito sito usando il MAC TV.
Una lista può essere acquistata (o addirittura essere trovata gratuitamente in rete) in vari modi:
- può essere fornita attraverso un indirizzo URL e in questo caso la lista è auto-aggiornante;
- può essere fornita sotto forma di file con estensione “.m3u”, ma la lista sarà privata e non si auto-aggiornerà in caso di problemi;
In apparenza, viste le semplici procedure di acquisto, si può essere indotti a credere che non si stia commettendo nessun reato. Ma in realtà non è così. Infatti non è certo possibile avere tutti i canali Sky e Premium a soli 10 euro mensili.
In Italia (ma anche in altri paesi), l’utilizzo di IPTV viola l’articolo 171 riguardante la tutela del diritto d’autore che prevede sia una sanzione amministrativa sia una reclusione (fino ad un massimo di 5 anni).
Bisogna fare attenzione perché in questo caso i colpevoli sono sia coloro che mettono in rete illecitamente i servizi delle Pay Tv ma anche chi usufruisce del servizio.
Procediamo con ordine
In questo sistema, i pirati sono coloro che, pur non possedendo i diritti, diffondono liste di canali Pay Tv. Essi rischiano oltre ad una condanna per la violazione dell’articolo della tutela del diritto di autore, anche un’accusa per truffa con una sanzione che può arrivare a più di 26.000 euro con un periodo di reclusione di circa 3 anni.
In questo casi anche i clienti finali sono passibili di denuncia in quanto anch’essi violano l’articolo 171, ma la pena può subire variazioni in base al fine ultimo (uso privato o pubblico) dei dati ottenuti. Nel caso dell’uso privato si incorre in una salata sanzione amministrativa, ma non si rischia il carcere. Mentre non è possibile dire lo stesso per chi usa pubblicamente i servizi piratati.
La Guardia di Finanza ha iniziato nel mese di febbraio un’operazione chiamata Match Off 3.0 per sventare le azioni illegali nei confronti delle Pay Tv. Sono circa 2 milioni, in Italia, gli utenti IPTV e alcuni dei quali possono essere presi come esempi per le sanzioni inflitte.
Emblematici sono i due arresti avvenuti nelle Marche e in Sicilia. Nel primo, a Macerata, sono state sequestrate attrezzature atte a gestire il traffico IPTV e l’uomo arrestato sarebbe colui al quale fruivano i pagamenti dei clienti che di solito sono non rintracciabili appunto per tutelare i pirati.
A Palermo invece, un uomo sulla cinquantina è stato arrestato con l’accusa di gestire illecitamente un servizio IPTV, essendo stato trovato in possesso di 90 server con i quali sono stati trasmessi almeno 180 terabyte di dati.
Quindi in risposta al titolo dell’articolo SI è ILLEGALE usare IPTV e comprare liste di canali Pay Tv come Sky, Mediaset, Netflix o altro.
Anche a tutela dell’economia, si invitano i lettori a non usufruire di tali servizi visto che si stima in circa un anno una perdita di almeno 300 milioni di euro di danni alle Pay Tv italiane.
Invece, onde evitare truffe, si invitano i lettori a sottoscrivere contratti solamente con Pay Tv riconosciute e a non accettare eventuali accordi proposti privatamente, al fine di evitare sanzioni.