Nell’ultimo anno, nel remoto caso che non ve ne fosse accorti, le compagnie telefoniche hanno aumentato i loro prezzi di quasi il 10% attraverso l’utilizzo di uno stratagemma ben preciso: la fatturazione ogni 28 giorni. Il nuovo sistema di pagamento (che ha sostituito la fatturazione mensile) ha catalizzato proteste da parte dei consumatori e da parte dell’AGCOM (ente che deve tutelare il corretto rapporto tra aziende e clienti). Ora, finalmente queste proteste, stanno avendo uno sviluppo concreto.
TIM, Vodafone e Wind Tre – come vi stiamo raccontando da tempo – nel corso delle prossime settimane saranno costrette a modificare le loro politiche aziendali. Dopo l’intervento del Governo (con le parole del Ministro, Carlo Calenda) e dopo la bozza di legge presentata in Parlamento, la vita per la fatturazione ogni 28 giorni sembra aver le ore contate.
Vodafone, tra i grandi brand, è stato il primo ad annunciare un ritorno sui suoi passi. Due settimane fa, il management dell’azienda britannica, ha ufficializzato il ritorno a fatturazione mensile.
Lo scorso sabato 10 Novembre la marcia indietro è toccata a TIM. La compagnia italiana, nel corso della consueta Conference call trimestrale, ha sancito il ritorno definitivo ai pagamenti ogni 30 giorni. Ancora non sono chiari quali saranno i tempi per il passaggio di listino, ma presumibilmente qualche novità è attesa nel corso dei primi giorni del 2018.