Il fulcro di questo progetto, ossia i cosiddetti indicatori di fiducia, saranno disponibili su Facebook e in seguito anche altrove. Questi indicatori forniscono le necessarie informazioni sull’etica e l’organizzazione delle notizie lette.
Lo scetticismo sull’etica alle spalle di una notizia è notevole in una società così mediata. Con gli indicatori di fiducia si avranno gli strumenti necessari per valutare se ciò che stiamo leggendo è veritiero o no. Il lettore avrà finalmente più potere contro l’eventuale disinformazione.
Un’icona accanto agli articoli nella sezione delle notizie di Facebook permetterà di leggere le informazioni condivise dall’autore sull’etica, le attività giornalistiche, ecc., tramite tali indicatori. Così potremo accertarci della credibilità delle informazioni reperite.
Oltre a Facebook, le altre piattaforme che per ora hanno aderito al progetto sono: Bing, Google e Twitter. Con Google, ad esempio, potremo consultare gli indicatori su Google News e Google Search. Su Facebook gli editori e l’AP stanno già effettuando dei test iniziali. Inoltre, anche su WordPress ci sarà un plug-in per gli editori qualificati. Sulle restanti piattaforme, invece, non ci sono ancora dati certi. Sia Facebook sia Google si sono contraddistinte per l’impegno mostrato nel controllare i fatti degli ultimi mesi, però sono stati criticati come “troppo lenti nel risolvere il problema”.
La giornalista Sally Lehrman è colei che ha avviato il Trust Project, finanziato dal fondatore di Craigslist Craig Newmark Philanthropic Fund, Google.
Nello specifico gli indicatori del Trust Project sono otto, ideati da leader di più di 75 organizzazioni giornalistiche, e sono i seguenti:
Ad esempio, secondo un recente sondaggio, in America ciò che maggiormente ha contribuito a diffondere la fiducia dei cittadini nei media è stato il grido alle false notizie del presidente Trump. Due terzi degli americani ritengono che le informazioni a disposizione tramite media siano quasi sempre sbagliate, non abbastanza affidabili.
Queste statistiche sono riscontrabili anche in altri Paesi, tra cui l’Inghilterra dove poco più della metà della popolazione ritiene di non potersi fidare delle notizie che veicolano con i media. Trust Project ha infatti deciso di non limitarsi agli Stati Uniti dato che queste problematiche non sono presenti solo lì. Dunque queste novità degli indicatori ci saranno anche in molti altri paesi.
Gli indicatori di fiducia del Trust Project quindi non contestano il contenuto etichettandolo ma permettono di capire l’organizzazione delle notizie e le conclusioni da trarre in merito al loro contenuto.