Questo sistema ha infatti l’inconveniente di frammentare l’accesso ai nuovi strumenti, basandosi su aggiornamenti specifici per smartwatch, mentre l’interfaccia del Play Store riunisce diversi tipi di integrazioni. Inoltre, da ora sarà il team Google a pianificare l’uscita delle funzioni, senza aspettare le decisioni dei singoli sviluppatori di software. Bisogna tenere presente però, che la novità non vale per tutte le nuove funzionalità del device e quelle disponibili saranno probabilmente superficiali.
Con il post, Hoi Lam coglie l’occasione per ricordarne alcune, presenti in un recente aggiornamento:
Tra le altre novità annuncia un miglioramento nella gestione dei bug, ma lascia la suspense su ulteriori supplementi.
Naturalmente, quello che Google sta tentando di fare è riconquistare i consumatori dopo l’uscita dell’aggiornamento a Wear 2.0, lo scorso febbraio. Sembra infatti che il nuovo sistema non abbia suscitato grande entusiasmo, lasciando i consumatori tiepidi, e non sia riuscito a fare molto meglio del primo Android per smartwatch, con il suo sistema complesso e poco user-friendly, considerate le caratteristiche dei dispositivi da polso e le esigenze che devono soddisfare.
La sfida con Apple è certamente ancora aperta, ma i programmatori di Google dovranno inventare qualcosa di più accattivante per competere con la casa di Cupertino. L’Apple Watch infatti svetta, restando, oramai alla terza versione, molto simile al primo modello, senza bisogno di sostanziali revisioni.
Forse con questa novità Android mostra di voler andare verso una semplificazione, che potrebbe portarlo a riprendere e superare Apple. Se riuscirà a farlo senza snaturarsi e a trasformarsi in un clone della concorrente, avrà raggiunto un grande obiettivo.