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Vodafone è uno dei migliori operatori telefonici del nostro paese, ma a quanto pare non è tutto oro ciò che luccica. Secondo una recente inchiesta del Guardian, l’azienda sarebbe immischiata in affari poco chiari in Africa.

Vodafone, affari poco chiari la coinvolgono in Africa

Il Guardian è uno dei più autorevoli giornali d’oltremanica, per questo motivo una sua inchiesta viene guardata con molto interesse da parte di tutto il mondo.

Secondo quanto raccontato, infatti, Vodafone, che ricordiamo essere un’azienda britannica, sarebbe immischiata in affari loschi in Africa. Nello specifico, l’operatore telefonico avrebbe finanziato alcune élite per poter riuscire ad entrare nel mercato della telefonia mobile.

Il mondo della telefonia, a quanto pare, è in grande crescita in Africa e uomini potenti possono guadagnare moltissimo, se hanno le giuste conoscenze.

Questa è la storia di Aziz Rostam, un importante membro di un’altolocata famiglia della Tanzania. Nel corso degli anni, prima del 1999, anno in cui si è dovuto dimettere dalle sue cariche, per accuse di corruzione, aveva acquistato il 35% della Vodacom Tanzania (una succursale di Vodafone).

Il tutto, però, non era avvenuto alla luce del sole, anzi, a quanto pare la stessa Vodafone ha prestato a Rostam i soldi per acquistare le azioni. Nello specifico, spulciando i numeri, Rostam ha acquistato azioni per 52 milioni di dollari. Nel 2014, le ha vendute a circa 190 milioni di dollari. Il profitto è stato enorme, ben 140 milioni, una sorta di tangente pagata dall’operatore telefonico, per poter entrare nel territorio.

Sia chiaro, l’ultima parte è una supposizione del Guardian, come conclusione di quanto osservato e verificato. E, nel caso fosse tutto vero, ricordiamo essere stato il Governo della Tanzania a richiedere una simile operazione, non deriva in nessun modo da Vodafone.

A quanto pare, però, non è la prima volta che accade un fatto del genere. Già nel 1999 si era notata una situazione molto simile in Kenya.

L’azienda non ha risposto alle critiche, almeno direttamente. Ha infatti sottolineato che gli uomini che si sono occupati delle transazioni, ora non lavorano più per l’operatore.

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