Una polemica mai doma, per anni si sono fatti studi e discusso moltissimo sulla correlazione tra smartphone e tumori. In questi giorni, in Italia, una nuova incredibile sentenza.
Da sempre si discute della correlazione esistente tra smartphone e tumori. Il discorso non è mai chiuso, ne la storia finita. Alcuni studi hanno dimostrato una non correlazione tra i due fatti, altri invece hanno sostenuto l’esatto contrario. Sebbene, ad oggi, l’OMS abbia definito le radiazioni come potenzialmente cancerogene, una nuova sentenza sbilancia ancora tutto.
Il tribunale di Ivrea ha emesso una sentenza a favore di Roberto Romeo, in seguito alla sua richiesta di risarcimento, dopo che l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assistenza Infortuni sul Lavoro), non gli ha riconosciuto l’invalidità, sostenendo che la sua malattia non derivasse dalla professione.
Il tutto nasce nel 2011, quando il Romeo scopre di avere un neurinoma
dell’acustico destro, con un’invalidità certificata del 23%. La diagnosi del medico porta ad una causa ben specifica: lunga esposizione alle onde elettromagnetiche ad alta frequenza.Ricordiamo che il Romeo, infatti, dal 1995 al 2010 è stato dipendente Telecom, a capo di un pool di persone, e praticamente tutto il giorno al telefono.
La sentenza è stata accolta, esiste una correlazione tra l’utilizzo di smartphone e i tumori. Il dibattito prosegue imperterrito, da una parte abbiamo la comunità scientifica, che si barrica alle spalle di un’evidente (secondo loro), non correlazione.
Da parte, invece, abbiamo migliaia di persone che, dopo anni di un’intenso utilizzo di smartphone, hanno riscontrato gravi problemi.
Fino a quando l’OMS non prenderà una decisione, se ne continuerà a discutere. Nel frattempo, però, il Romeo ha finalmente avuto giustizia.