La NSA non può di certo ritenere questa settimana una passeggiata. Un ex dipendente, noto come Nghia Pho, ha dichiarato la sua colpevolezza riguardo un attacco hacker di una dubbia portata. Quest’attacco legato all’intelligence russa ha elaborato innumerevoli raccolte di dati riservati rubati.
Pho è adesso in prigione, dopo le accuse e la dichiarazione di colpevolezza è stato infatti condannato il 6 aprile. I pubblici ministeri hanno limitato la pena di questo ex collaboratore NSA ad un massimo di 8 anni, rispetto ai 10 previsti. Inoltre, essi sono aperti alle richieste di una pena ancor più leggera data la natura del caso.
Pho ha dichiarato di aver raccolto un insieme di informazioni riservate in formato digitale e anche fisico tra il 2010 e il 2015. Secondo fonti certe pervenute alla celebre testata giornalistica del New York Times, Pho stava usando quelle informazioni per riscrivere il suo curriculum. L’intento era puramente questo, dunque il fine stesso dell’intera operazione e non la procedura in sé. Infatti, l’obiettivo era riscrivere il suo curriculum e non il furto dei dati sensibili.
Un attacco Hacker interno nell’NSA sicuramente inaspettato e “innocuo” ma portatore di conseguenze.
Gli hacker russi che hanno collaborato con Pho sono riusciti a sfruttare il software antivirus Kaspersky sul proprio computer per poter raccogliere questi dati riservati, ma non è chiaro se Kaskeersky ne fosse a conoscenza. In passato l’azienda ha dichiarato di essere in possesso di alcuni dati della NSA, ma non si sa se abbia poi conservato tali dati.
L’NSA sta subendo i colpi di numerose falle negli ultimi tempi. infatti l’agenzia sta cercando in tutti i modi di porre rimedio alle molteplici perdite che sta soffrendo in questi anni a causa di simili casi. Questo potrebbe rivelarsi un campanello d’allarme per i dipendenti dell’NSA, i quali ci penseranno più volte prima di agire in questo modo mettendo a rischio l’intera agenzia.