Da dicembre 2017 gli italiani ottengono una norma che da tanto aspettavano: la fatturazione del settore delle pay-TV e delle telecomunicazioni diventerà mensile, i consumatori risparmieranno fino all’8,5% ogni anno.
Finalmente delle buone notizie per i consumatori italiani: le tariffe di operatori fissi e mobili, di pay-TV (tra cui anche sky), e di connessione ad internet domestica avranno scadenza mensile (o multipli) invece di 28 giorni. Come molti avranno notato a fine anno o dopo pochi mesi, il secondo tipo di scadenza comportava un aumento considerevole per le tasche dei fruitori dei suddetti servizi.
Dobbiamo il sorprendente risultato ad AGCOM, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che da sempre richiede maggiore trasparenza informativa intervenendo, su questo tema, già il 24 Marzo 2017 con l’aiuto dell’Unione nazionale Consumatori, spinti dalle numerose lamentele dei consumatori; sebbene fosse già stato dato un termine di 90 giorni agli operatori telefonici per adeguarsi alle nuove regole per la telefonia, le cose non sono cambiate fino al 14 novembre in cui la Commissione Bilancio e il Senato hanno dato via all’emendamento poi presentato in Parlamento da Silvio Lai, esponente del Partito Democratico, che prevede la fatturazione mensile costringendo le reti televisive, le imprese telefoniche e i servizi di comunicazione elettronica (esclusi i servizi di luce e gas perché i costi sono vincolati ai consumi) ad adeguarsi entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, pena l’indennizzo una-tantum di €50 maggiorato di €1 per ogni giorno di fatturazione “illegittima”.
Sky, Mediaset, Tim, Vodafone, Wind e Tre costrette alla tariffazione mensile
La corretta applicazione della norma sarà supervisionata da AGCOM che ha corretto le sanzioni previste al rialzo facendole variare tra un minimo di 240.000€ ed un massimo di 5 milioni di euro.
Già dal 2015 tutti i principali operatori, tranne Tiscali, avevano introdotto la fatturazione ogni 28 giorni costringendo i consumatori a pagare una tredicesima mensilità con un aumento del costo annuo pari all’8,5%.
Restano, tuttavia, due temi irrisolti:
- Le tariffe che gli operatori stabiliranno d’ora innanzi. Per attuare il “danno” economico della fatturazione mensile saremo costretti a pagare tariffe più ingenti?
- Ciò che i consumatori hanno pagato illegittimamente in questi mesi alle diverse compagnie, verrà loro rimborsato?
Due questioni sulle quali Agcom, l’Unione Nazionale Consumatori e l’Autorità Antitrust hanno ancora da lavorare.
Alcuni utenti, infatti, già lamentano ed evidenziano la comunicazione dell’aumento di fatturazione di diversi tipi di contratto e, sebbene venga data loro la possibilità di recedere gratuitamente, l’alternativa potrebbe poi non essere conveniente come ci si può aspettare: sarebbe utile che l’Associazione dei Consumatori indicasse come comportarsi in questi casi. La battaglia non è ancora conclusa, ma è innegabile questo importante passo avanti.