Sempre più diffuse e frequenti sono le truffe proposte dai cybercriminali tramite l’applicazione di messaggistica istantanea più famosa e ricca di utenti: WhatsApp. Per quanto i messaggi ambigui e visibilmente falsi siano diffusi da anni e sempre più conosciute siano le modalità tramite cui i truffatori tentano di fregare gli utenti più inesperti, sono ancora molte le vittime di questi tentativi disperati di racimolare soldi o, peggio, di reperire dati personali e privati degli utenti.
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Le truffe nate e sviluppate tramite messaggi hanno sempre uno schema piuttosto regolare. Innanzitutto, si tratta di messaggi che riceviamo da contatti della nostra rubrica e per questo motivo molti sono portati a darvi maggiore peso e fiducia. C’è da sapere, invece, che gli stessi mittenti del messaggio molto spesso sono inconsapevoli di aver inviato lo stesso schema preimpostato a decine di contatti.
Le truffe più famose e conosciute riguardano la possibilità di ricevere buoni sconto (da negozi di abbigliamento quali Zara o da supermercati come Lidl o Coop). Si tratta di messaggi in cui gli utenti vengono invitati a rispondere alle domande di un sondaggio o a cliccare su un determinato link per poi inserire dei dati personali in cambio di un buono sconto (di solito di valori che vanno dalle 100 euro in su) in occasione di periodi di promozioni particolari o ipotetici compleanni delle suddette aziende. La semplice apertura del link arreca svariate conseguenze: oltre ad inviare il messaggio a decine di altri contatti e oltre ad inserire i nostri dati personali su un sito internet, succede numerose volte di vedere decimato il credito telefonico a causa della sottoscrizione involontaria di un abbonamento presso il nostro operatore.
Altra truffa molto frequente è quella che consiste nel diffondere la notizia che WhatsApp sia a pagamento. In questo caso, si richiede di inserire il proprio numero telefonico per rinnovare l’abbonamento con l’applicazione, ma in realtà si sottoscrive un ulteriore abbonamento telefonico (in stile ricezione di sfondi o suonerie) del costo di 20 euro.
Ancora meno credibile è il messaggio che spesso viene diffuso e che riguarda la possibilità di ottenere una versione speciale di WhatsApp, denominata WhatsApp Gold, segreta e usata solo da grandi celebrità. In questo caso si rischierebbe di infettare il cellulare con virus e malware, oltre che rendere tutti i nostri dati personali presenti sul cellulare visibili agli hacker.
Facendo sempre leva sulle tendenze più diffuse nel mondo della messaggistica istantanea, spesso si riceve anche un messaggio che invita a cliccare un link per scaricare delle nuove e speciali emoticon, che in realtà sarebbero facilmente scaricabili in tutta sicurezza dal proprio store ufficiale.
Infine, un’ulteriore truffa molto gettonata è quella del messaggio audio che non esiste: tramite una schermata simile a quella di WhatsApp, infatti, si avvisa della presenza di un messaggio vocale in segreteria che proviene da indirizzi anomali. In questo caso, le conseguenze prevedono che gli hacker sarebbero in grado di accedere alle applicazioni presenti sul cellulare, in particolar modo alla nostra fotocamera e alla nostra galleria fotografica: l’obiettivo sarebbe quello di recuperare queste informazioni per poi ricattare gli utenti con richieste di denaro.
In generale, dunque, come consiglia la Polizia postale, conviene sempre diffidare da messaggi anomali ricevuti tramite l’applicazione, informandosi adeguatamente prima di cliccare su link di dubbia provenienza.