Apple rallenta di proposito i suoi iPhone. Ve lo abbiamo detto in questo articolo spiegandovi che l’azienda di Cupertino verifica lo stato della batteria e, se questa risulta troppo vecchia o danneggiata, abbassa la frequenza del processore e diminuisce il carico delle risorse per evitare che l’iPhone si spegna durante il normale utilizzo.
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Questo vuol dire ritrovarsi un dispositivo costato un migliaio di euro o più, improvvisamente lento dopo già qualche anno. Un calo delle performance programmato dalla stessa Apple. È pur vero che limitando la velocità di un telefono i possibili malfunzionamenti vengono ridotti se non azzerati ma Tim Cook e gli altri della dirigenza avrebbero potuto informare i possessori.
Meglio ancora se si fosse introdotto un banner che invita l’utente a sostituire la batteria perché ormai danneggiata. Proprio per questo motivo l’azienda della mela morsicata è stata citata in giudizio. Una causa è stata presentata oggi nella corte distrettuale degli Stati Uniti da due residenti di Los Angeles: Stefan Bogdanovich e Dakota Speas.
I due sostengono che questa decisione portata avanti da Apple è una violazione del contratto di acquisto. Apple, infatti, non ha informato correttamente l’utente e tantomeno ottenuto il consenso prima di apportare queste modifiche. Ecco cosa viene contestato ad Apple: “vengono rallentati intenzionalmente i modelli di iPhone più vecchi quando ne escono di nuovi”.
Anche se l’affermazione che il rallentamento si verifichi a seguito dell’uscita di nuovi modelli in uscita è piuttosto speculativa, ci sono tutti i presupposti per una class action. Non sappiamo se si potranno richiedere dei rimborsi per i danni causati da questa decisione ma di sicuro adesso partiranno in tutto il mondo le prime azioni legali.