L’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha buttato gli occhi su Instagram (e non solo). Il social network nato per condividere i momenti della propria giornata tramite immagini e video è sempre più ricco di influencer, coloro che grazie ad una forte popolarità riescono ad influenzare le opinioni degli utenti che li seguono perché condividono con loro una passione o perché desiderosi di conoscere la loro vita privata.
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Un fenomeno importante e sempre più presente nell’era dell’internet 2.0, tanto grande da aver spinto le aziende e brand di qualunque tipo a sfruttare la fama di queste persone creando una vero e propria forma di pubblicità moderna: l’influencer marketing. È proprio questo che ha attirato l’attenzione dell’Antitrust, decisa a fare chiarezza su queste sponsorizzazioni che non sono mai dichiarate come tali agli utenti.
Secondo il nostro codice del consumo, ogni annuncio pubblicitario deve essere chiaramente riconoscibile. E le pubblicità su Instagram non sono esenti da questo comportamento. Gli influencer possono avere contatti con le aziende, pubblicare contenuti pubblicitari ma quest’ultimi non devono essere occulti ma evidenti agli occhi degli utenti. Come? Utilizzando delle avvertenze specifiche.
Tra queste ci sono anche gli hashtag come #pubblicità, #sponsorizzato e #advertising. Per informare direttamente gli influencer il nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza ha inviato delle lettere ai personaggi più importanti e tra questi ci sarebbe Chiara Ferragni. La richiesta contenuta in queste lettere è quella di adeguarsi alle prescrizioni del codice del consumo perché il flusso delle immagini pubblicate su un social network come Instagram, sono insidiose.
Questi contenuti danno all’utente comune l’impressione di assistere ad una narrazione privata della quotidianità dell’influencer. E quindi i prodotti oggetti della pubblicità vengono sponsorizzati in maniera occulta oltre che subdola. L’azione dell’Antitrust, naturalmente, non è limitata solo ad Instagram ma anche a Facebook, Twitter e YouTube.