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Smartphone, in arrivo le pillole intelligenti che dialoga con il telefono

La Fda (Food and drugs administration) ha approvato in questi giorni la distribuzione di Abilify MyCite, nello specifico la pillola è composta da un farmaco che si occupa di curare particolari disturbi mentali come la schizofrenia, che è stato creato insieme ad un sensore (naturalmente biocompatibile e quindi ingeribile) il quale si occupa di avvertire il medico o i familiari di chi segue questa cura dell’avvenuta ingestione e del proseguimento della terapia.

Abilify MyCite nasce dal lavoro comune tra l’azienda farmaceutica Otsuka e Proteus Digital Health, la società sita in California che si è occupata di creare il sensore.

Come funziona in pratica? In parole povere la pillola emette un segnale elettrico non appena tocca i fluidi dello stomaco della persona che la ingerisce. Il segnale elettrico viene rilevato da una specie di cerotto da porre sullo sterno ,dotato di batteria, che a sua volta comunica tramite Bluetooth con una speciale App che possono scaricare sui vari dispositivi sia il paziente, che il medico che i familiari (naturalmente l’assunzione del farmaco è visibile solo a chi possiede un’autorizzazione).

La pillola dovrebbe entrare in commercio il prossimo anno, quindi i prezzi non sono ancora conosciuti. Inoltre dovrà attraversare un periodo di rodaggio nel quale, a seconda del suo funzionamento, i prezzi potrebbero variare anche di parecchio.

La tecnologia al servizio dell’uomo

Questa è naturalmente una notizia molto positiva per tutti coloro che hanno familiari che non riescono a seguire puntualmente la terapia e che, di conseguenza, non riescono a guarire. Si calcola che negli Stati Uniti queste mancanze

costino alla sanità 100 miliardi di dollari all’anno (a causa di giorni di terapia in più, medicine in più o di ricoveri indispensabili). Non ci riferiamo qui solo alle perone affette da disturbi mentali, ma anche agli anziani, a chi segue terapie rigorosissime per malattie infettive e molti altri casi.

Tutto questo è molto positivo, ma c’è un ma. L’altra faccia della medaglia è l’idea di “controllo” insita nella modalità di rilevazione dell’avventa ingestione, che, proprio in alcuni pazienti psichiatrici, potrebbe sollevare dubbi, paranoie e allucinazioni che potrebbero portare ad un peggioramento delle condizioni. In effetti anche una persona anziana potrebbe risentirsene, pensando che sia venuta meno la fiducia dei parenti nei suoi confronti.  Inoltre il dibattito torna ancora sul fatto che, oggigiorno, siamo seguiti, spiati, ripresi e monitorati da migliaia di App e altre tecnologie sparse sul territorio, e che questo è un limite alla nostra libertà. A quanti di noi va bene essere individuati, schedati e classificati per ogni nostro gusto, hobby, azione ecc…?

Per vedere i reali effetti di questa pillola non ci resterà, comunque, che aspettare il 2018, e solo allora potremmo decidere se questa nuova tecnologia rappresenterà un aiuto o un’ulteriore limitazione per la libertà del singolo.

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Pubblicato da
D'Orazi Dario