Facebook è entrato nel 2017 economicamente forte, come al solito, ma con l’immagine e reputazione compromessa per gli avvenimenti legati alle elezioni presidenziali americane. Senza pensare alla malafede, la compagnia è stata manipolata da approfittatori e agenti russi che lo hanno inondato con le notizie false. I messaggi destinati ad infiammare e dividere sono diventati un problema da arginare e risolvere con assoluta priorità.
L’obiettivo era questo, ma i risultati non sono stati molti omogenei. Le pubblicazioni più coerenti sembrerebbero essere state le scuse ufficiali. Si è scusato per la storia degli agenti russi, della sbagliata traduzione di un semplice buongiorno che ha portato l’arresto di un uomo, per il ban di un attivista di colore che ha pubblicato screenshots riguardanti minacce razziste e per aver sospeso account della comunità LGBT. Da settembre dell’anno scorso sono state 12 le occasioni in cui ha ammesso di aver calcolato male i vari parametri.
Durante l’anno l’azienda ha provato diverse iniziative volte a garantire l’integrità della piattaforma. Il piano iniziale aveva previsto 9 punti tra i quali la lotta alle fake news . C’è stato anche spazio per l’implementazione dell’apprendimento automatico in modo da contrastare i clickbait e ha introdotto nuovi modi per segnalare persone e storie false.
Nonostante, o forse per merito, l’azienda ha comunque fatturato quasi 5 miliardi di dollari solo nell’ultimo trimestre e ha aumentato gli utenti giornalieri. Anche Instagram sta procedendo bene con tutti le funzionalità aggiunte, ma un’altra ombra a fine anno è comparsa sopra Facebook.
Molte ex figure di rilievo del social network hanno dichiarato di essersi pentito di aver creato un qualcosa che stava distruggendo la società. La stessa compagnia ha affermato che usare passivamente la piattaforma rendeva più tristi, ma ha anche detto che usandolo nel modo corretto risultava avere effetti benefici.
Anche se Facebook si sta rialzando, di strada da fare ce n’è ancora, ma per ora il 2018 sembra un anno promettente.