Dagli anni ’70 in poi, il logo della famosa azienda statunitense si è dinamicamente modificato, fino alle sue caratteristiche attuali. Il logo di un’azienda potrebbe essere inteso come una semplice immagine, priva di significato. Esso, invece, ne racchiude dentro la storia, si modifica con essa, e mira a rimanere eterno e impresso nella memoria di tutti.
Siamo nel 1976, in California: il trio composto da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne fonda l’azienda informatica Apple, ancora acerba (giusto per utilizzare un aggettivo adattabile alla frutta!) e forse inconsapevole che sarebbe, un giorno, riuscita a raggiungere un fatturato di più di 50 miliardi di dollari, secondo le stime più recenti.
Il primissimo logo era totalmente diverso da quello che siamo abituati a vedere oggi. Fu proprio Wayne, uno dei 3 fondatori, a realizzarlo. Esso, in bianco e nero, rappresentava uno sfondo paesaggistico con su disegnato il celebre Isaac Newton al di sotto dell’albero di mele che, si dice, gli abbia fatto “scoprire” la gravità. Un’immagine, di certo, più complicata e poco immediata, rispetto alle immagini stilizzate a cui siamo più avvezzi. Ma fu proprio il melo a porre le basi per il logo storico.
Il logo di Apple, una mela morsicata ricca di significato
Esso, utilizzato per quasi 20 anni (dal 1977 fino al gennaio del 1998) fu disegnato da Rob Janoff. Questi, istigato dal suo boss (e amico di Jobs) McKenna, pare che prese come base per il suo lavoro, oltre che il tema del logo precedente, anche una semplice busta di mele che aveva acquistato. Dopo averle osservate nella loro forma, sia intere che tagliate, da lì nacque la mela morsicata. Janoff presentò a Jobs una mela a tinta unica, ma egli non ne fu molto convinto, e richiese di aggiungere un po’ di colore: secondo Jobs, infatti, una varietà di colori poteva più facilmente rappresentare la società. L’artista, nonostante fosse certo che un logo di un unico colore fosse molto più semplice da gestire, utilizzò delle bande di colore verde, giallo, arancione, rosso, viola e blu, in stretto ordine cromatico. All’immagine arcobaleno fu associato lo slogan “Bite that apple” (“Mordi quella mela”).
Dal 1977 in poi, quindi, il logo è rimasto pressoché lo stesso. Si è andato, però, modificando nel colore e nella texture, diventando molto più semplice e stilizzato (un po’ come lo aveva originariamente creato Janoff). In particolare, dal gennaio del 1998 venne introdotta la mela “Aqua”, con una rifinitura che la fa sembrare, appunto, realizzata con l’acqua. Essa fu utilizzata fino al 2003, quando venne inserita la versione cromata, che prese il posto della precedente fino al 2014. Da quell’anno fino ai giorni nostri, il logo è stato ridotto ai minimi termini, lasciando la semplice silhoutte classica della mela, riempita di nero o di bianco, a seconda dei casi.
Ci sono diverse teorie (o, addirittura, leggende) che dovrebbero spiegare il perché del nome e, quindi, del logo, dell’azienda informatica americana.
Si racconta che Jobs, nell’anno precedente alla fondazione dell’azienda, lavorasse in una piantagione di mele, e che fosse stato anche catturato da un disco dei Beatles che raffigurava, per l’appunto, una mela. Fu proprio nel 1975, quindi, che il nome “Apple” cominciò ad interessarlo, fino ad arrivare a convincerlo del tutto.
Si narra, inoltre, che una mela morsicata, appoggiata su un tavolo, fu notata dai fondatori proprio nel momento in cui stavano decidendo quale nome utilizzare ufficialmente. Fu Jobs, in quel frangente, a dare in nome e a sfidare i propri compagni a trovarne uno più fantasioso e migliore entro quella giornata. Nessuno, evidentemente, ci riuscì.
Il logo è di certo pieno di significato: in particolare, quello di andare oltre il limite (come fece Eva nell’Eden) e di portarsi avanti con la conoscenza e l’innovazione, interpretazione evidenziata dal primissimo simbolo della compagnia, che raffigurava Isaac Newton.
Altre teorie avanzate sul significato del logo, furono: che la mela fosse il frutto preferito di Jobs; che il nome “Apple” potesse garantire all’azienda di essere tra le prime nell’elenco telefonico; che l’utilizzo dei prodotti della compagnia fosse semplice come mangiare una mela; che la parola inglese “bite”, che vuol dire “morso”, fosse molto vicina alle parole byte e bit del linguaggio informatico; addirittura, un’altra ipotesi è che la mela potesse rappresentare la comunità gay.
Errata, invece, pare essere la teoria che fosse un tributo ad Alan Turing, che morì dopo aver morso una mela avvelenata con cianuro.
Come ogni storia, anche questa della mela mordicchiata dell’Apple è ricca di ipotesi, leggende, e storie inventate. Solo coloro che erano presenti in quella stanza in California, nel 1976, in compagnia di Steve Jobs, conoscono la verità.